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Il ricordo della Shoah di Rolando Belvedere

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    Riceviamo e pubblichiamo:

    Conoscere  il passato per scrivere il futuro. Questo è il significato della celebrazione il 27 gennaio della Giornata della memoria. La storia tragica della Shoah (distruzione in ebraico)  si declina in tante immagini. Una di queste viene fissata  nel 1933 in una fotografia scattata in un parco pubblico tedesco. Sullo schienale di una panchina  era scritto :”Solo per ariani” .Verrebbe da ridere a pensare  ai sederi, quelli legittimati e quelli no  a posarsi su quella panchina, se dietro questa vessazione, non ci fosse stata la tragedia delle persecuzioni, sfociate nel 1933  con l’avvento al potere dei nazisti  nell’eliminazione prima civile e poi fisica degli ebrei. Nel 1935 Hitler non perse tempo, impose la :” Legge  per la protezione del sangue e dell’onore tedesco” sulla base di quella statunitense di Harry Laughlin che ricevette  nel 1936  a Heidelberg la laurea honoris causa. In alcuni stati americani erano già state applicate  le leggi razziste a  migliaia di disabili psichici. L’applicazione delle leggi razziali- applicate in Italia nel 1938 dal fascismo-  comportavano  però  la definizione del diverso. Bisognava  stabilire  chi era   normale e  chi anormale. Una volta definiti i connotati del “nemico” questo si poteva  eliminare più facilmente. Allora in un primo momento coloro che avevano anche solo un nonno ebreo venivano parificati agli ebrei “totali”, poi si creò la distinzione tra non ariani ed ebrei. I primi erano sottoposti a tutte le  restrizioni, i secondi alla distruzione. Ma per distruggere il nemico bisogna disumanizzarlo,espropriarlo dei suoi  i suoi diritti di essere umano e farlo diventare un subumano. Così sei milioni di ebrei, zingari, disabili e omosessuali furono massacrati, secondo una follia organizzatrice insuperata. I nazisti cominciarono con  il licenziamento, degli ebrei dalla pubblica amministrazione e l’arianizzazione dell’economia privata, la tassazione dei patrimoni con lo scopo di dissolverli, il blocco dei conti correnti, il lavoro coatto e la privazione dell’assistenza pubblica. Successivamente a questa fase, i nazisti progettarono quattro tappe. L’emigrazione, la ghettizzazione, i massacri con le unità mobili e i campi di sterminio. In un primo tempo si pensò di far emigrare i 520 mila ebrei tedeschi in Madagascar,  ma la guerra di espansione nazista  “assorbiva “ gli ebrei degli  altri Paesi occupati, così  fallì la politica dell’emigrazione e  Heydrich pensò alla ghettizzazione degli ebrei concentrandoli  in Polonia.  Il piano d’invasione  della Russa, della Bielorussa e dell’Ucraina dove vivevano 4  milioni di ebrei vanificava la  politica della loro concentrazione in Polonia, allora in questi paesi  si passò ai massacri di massa con le unità speciali mobili antiebraiche  al seguito dell’esercito di invasione. In Europa   sarebbe stato difficile procedere ai massacri di massa, allora  alla conferenza di Wansee nel 1942   Heydrich e Himmler  teorizzarono la “soluzione finale”cioè l’annientamento fisico degli ebrei in Europa nei campi di  sterminio. Auschwitz in Polonia della capacità di 100 mila persone   è il simbolo della soluzione finale. Una struttura formata  da più campi di sterminio come quelli di Birkenau (Auschwitz 2) e  Monowitz ( Auschwitz 3).

     In questi e altri campi  i deportati  lavoravano  nelle fabbriche e nelle aziende agricole  situate nel territorio circostante. La manodopera appena arrivata veniva marchiata a fuoco sul’avambraccio  sinistro e avviata al lavoro se idonea. In caso contrario per i soggetti deboli, gli anziani, le donne e i bambini  c’era la camera a gas e dopo il forno crematorio.. La sopravvivenza non superava i tre mesi così la manodopera veniva continuamente sostituita con i nuovi arrivi. Fino al 27 gennaio 1945 quando  l’Armata Rossa libera Auschwitz .  L’antisemitismo è  ancora  presente  tanto che  qualche pseudo storico ha la faccia tosta di negare l’Olocausto o ridurlo ad azioni di guerra. Pure nel nostro territorio purtroppo  soffia il venticello antisemita e magari da persone che si dichiarano religiose. A loro e ad altri, va ricordato che troppi orrori nella storia sono stati perpetrati con la motivazione religiosa. In fin dei conti sulle fibbie delle cinture delle SS  non era scritto Gott mit uns ? Cioè Dio è con noi. La recente proposta di beatificare Pio XII  fa discutere il mondo ebraico e cristiano, per il silenzio  della Chiesa di fronte alle leggi razziali tedesche e italiane e ancora di più nel dopoguerra, quando  centinaia di criminali nazisti fuggirono in Sudamerica con l’aiuto del Vaticano.

    Rolando Belvedere

    Presidente sezione calabrese Associazione  nazionale libero pensiero Giordano Bruno

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