Morte al Marrelli Hospital: caso di malasanità o di pessima spesa sanitaria?

La tragica morte di Saverio Torcasio deve necessariamente attendere indispensabili accertamenti 

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    Lunedì mattina 13 marzo scorso, Saverio Torcasio, ultracinquantenne di Lamezia muore all’interno del Marrelli Hospital: la famiglia chiede ed ottiene apertura indagini.

    Diciamolo apertamente poter utilizzare, anche solo in maniera presunta, il termine malasanità equivale a sicura audience…

    Quando c’è un cinquantatreenne che perde la vita in ospedale dopo aver ricevuto visite ed accertamenti utili ad entrare, di li a poco, in sala operatoria per una “semplice” ernia è normale che ci sia, per lo meno, ancora più clamore.

    Certo il clamore non si può certo attenuare dopo le prime dichiarazioni del Direttore Sanitario (che non vi deve meravigliare che sia lo stesso pluri/imprenditore nonché direttore sanitario anche di Calabrodental ed ottimo e ricercatissimo chirurgo oro-mascellare Massimo dottor Marrelli).

    Ancor prima che le indagini facciano più che normalmente il loro corso per quello che sembrerebbe un infarto, è pure vero che, in questo tristissimo caso, ci sia una notizia nella notizia davvero incredibile: parliamo infatti di una struttura privata aperta da meno di un mese per l’attività di ricovero solo perché il Commissario Straordinario dell’Asl locale, il dottor Sergio Arena, firma una convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale per una serie di prestazioni dopo che l’altro commissario (quello regionale nominato dal Ministero) gli aveva riconosciuto un budget che lo stesso imprenditore reputava insufficiente.

    Note a tutti sono state le proteste, anche eclatanti, che negli ultimi due anni hanno scandito questa tanto agognata apertura di una struttura privata che aveva iniziato ad essere programmata attorno ad un fallimento dela passata Casa di Cura Villa Giose ed in concomitanza alla vicepresidenza regionale della dottoressa Stasi (moglie del dottor Massimo Marrelli) in epoca Scopelliti.

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