antINFAMIA ecco cosa dovremmo impedire con le barricate!

Comune, Provincia, Prefettura e Regione arrivano nel giorno di Capaci con le passerelle ed i comunicati ipocriti: dopo non aver nemmeno avuto il coraggio di commentare formalmente l'operazione Jonny

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    di Procolo Guida

    Riceviamo e pubblichiamo i comunicati dell’ipocrisia istituzionale anche nel giorno della strage di Capaci. Colpisce soprattutto la parte associativa locale e regionale di Libera che (oramai neppure considerabile distratta) si presta alla passerella comunale, provinciale e prefettizia che ancora non hanno avuto tempo e modo nemmeno di intervenire formalmente sull’operazione Jonny. Omertà e bugie che non fanno altro che far sperare nell’inizio di una ANTINFAMIA che impedisca a certe p.a. di poter solo parlare di Falcone, Borsellino ed antimafia seria. Si perchè all’omertà tutta crotoniate si aggiungono le bugie raccontate dal governatore Oliverio in tema di trasparenza amministrativa per cui abbiamo già raccontato e per cui presto, purtroppo, vi aggiorneremo con delle nuove belle e fresche.

     

    Crotone ricorda l’anniversario della strage di Capaci

    Hanno utilizzato il tempo presente e non il passato nel ricordo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani e ne hanno raccontato la vita, i sogni, le speranze, la quotidianità di questi eroi, servitori dello Stato.

    Le alunne dell’istituto Gravina hanno voluto evidenziare il tratto umano del magistrato simbolo della lotta alla mafia, di sua moglie e degli uomini della scorta in occasione della cerimonia che si è tenuta presso il Giardino “Falcone – Borsellino” promossa dal Libera Crotone per il 25° anniversario della stage di Capaci.

    Alla manifestazione hanno partecipato con tanti cittadini, il vice sindaco Antonella Cosentino, il prefetto vicario Maria Carolina Ippolito, il delegato della Provincia Renato Carcea, il comandante della Capitaneria di Porto Giuseppe Andronaco, il comandante provinciale dei Carabinieri Salvatore Gagliano, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Pantaleo Cozzoli.

    Dopo l’introduzione di Antonio Tata presidente di Libera la parola è passata alle alunne del Liceo che hanno presentato le cinque vittime di Capaci raccontandone non la morte ma il percorso di vita: tra loro c’era chi doveva sposarsi, chi era più estroverso e chi compiva il suo lavoro tenendo nel portafogli la foto dei figli piccoli. Gesti di normale quotidianità da parte di persone che compivano solo il proprio dovere al servizio dello Stato e che oggi rappresentano un simbolo che non deve essere dimenticato.

    Le ragazze hanno letto anche una poesia di Alda Merini dedicata a Giovanni Falcone.

    La prefetto vicario Ippolito, la vice sindaco Cosentino e il delegato della Provincia Carcea hanno ringraziato Libera per l’organizzazione della giornata ed i ragazzi che rappresentano non solo il futuro ma anche il presente e la cui presenza è importante per che attraverso le giovani generazioni resta sempre vivo il sacrificio di Giovanni Falcone e delle vittime di Capaci.

    Una cerimonia semplice ma molto partecipata dove gli unici due simboli posti accanto all’albero con le targhe dei nomi che ricordano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le vittime di Capaci e Via d’Amelio sono stati la bandiera italiana ed un mazzo di fiori.

    Presidenza

     

    Oliverio ricorda il 25esimo anniversario della strage di Capaci

     

    Sono passati 25 anni da quel tragico 23 maggio in cui persero la vita, in un vile e tremendo attentato mafioso compiuto nei pressi di Capaci, il giudice Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo ed agli agenti della Polizia di Stato Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Sono passati 25 anni da quella tremenda tragedia, ma la memoria di quel sacrificio rimane viva e fortemente radicata nel cuore e nella mente di ognuno di noi e di chiunque coltivi i valori della legalità, della civiltà e della convivenza”.

    E’ quanto afferma, in una nota, il Presidente della Regione, Mario Oliverio, ricordando  il 25esimo anniversario della strage di Capaci.

    Tante cose -prosegue Oliverio- sono state scritte e dette in questi 25 anni, ma ciò che rimane, su tutto, è l’esempio di un uomo, di un magistrato che è morto in nome della giustizia.

    Il nostro compito è quello di non dimenticare e di trasmettere questo messaggio ai giovani, alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi che, a loro volta, dovranno far vivere e camminare le idee e gli ideali di uomini come Falcone e Borsellino sulle loro gambe, facendo ognuno la propria parte e moltiplicando gli sforzi per combattere e sconfiggere definitivamente la criminalità, l’illegalità, il malaffare, la corruzione, in una parola la negazione di un futuro libero e sicuro per i cittadini”.

    Sconfiggere la mafia -aggiunge il Presidente della Regione- oggi è possibile. Nel nostro Paese e nella nostra regione ci sono uomini dello Stato, forze dell’ordine, agenti di polizia e rappresentanti delle istituzioni, a cui rivolgo il mio ringraziamento sincero per i sacrifici che spesso devono affrontare per combattere la criminalità organizzata, che sono quotidianamente in trincea e rischiano la vita.

    Ci sono imprenditori, studenti, forze sociali, uomini e donne che in questa regione rappresentano la maggioranza e che vivono, lottano e combattono quotidianamente per opporsi ad ogni forma di illegalità e di violenza. Ad esse devono guardare la politica e le istituzioni, affiancando e sostenendo i loro percorsi.

    A questo modello abbiamo improntato e vogliano continuare ad improntare la nostra azione di governo dando noi, per primi, l’esempio e favorendo il dibattito, l’informazione, la conoscenza diretta, soprattutto fra i giovani, di un fenomeno sfregia l’immagine della nostra terra e blocca e qualsiasi iniziativa di crescita e di sviluppo”.

    Abbiamo scelto di farlo –conclude il Presidente della Giunta regionale- nella consapevolezza che tutto questo serva ad opporre significative barriere a difesa della memoria di quanto si è saputo costruire per la democrazia e la giustizia e per quanto ancora bisognerà fare per liberare il Paese e la Calabria dalla piaga purulenta della violenza, della criminalità e del malaffare”. f.d.

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