…e vi è chi litiga per impedire ai bambini non annegati di essere cittadino italiano!

Bellissima lettera di Linda Monte

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    riceviamo e pubblichiamo:

    Le mamme orfane dei propri figli. Accolte dopo averli visti sparire in mare negli infiniti viaggi della speranza, in terra già storicamente di emigrazione, la Calabria. Verseranno inconsolabili lacrime sulla loro sepoltura, in quella terra mai priva di sole. Lo stesso sole della tua di terra, piccolo emigrato. Sei partito con la tua mamma, insieme a tanti e tanti altri, hai conosciuto l’asprezza ed i pericolo del deserto, la violenza dei carcerieri, hai sofferto la sete e la fame e tu non sapevi perché. Hai lasciato la tua casa, piccola, di paglia, di legno, non lo so. Ma era la tua dimora, sapevi riconoscere i rumori, i suoni, gli odori. Ti bastava l’abbraccio spesso affranto della tua mamma, del tuo papà. Poi il mare, il nostro mare comune ha raccolto il tuo ultimo sguardo, smarrito insieme ad altri piccolini come te. Ora riposi nella nostra terra. Devi sapere che, pur con le dovute differenze, anche da noi nel passato e purtroppo anche oggi, i bambini come te emigrano, verso luoghi più promettenti per il lavoro. Lasceranno la loro casa, i loro angoli preferiti per nascondersi e giocare. Forse osserveranno formichine diverse, più grandi, più piccole, forse no. La luna, le stelle sono sempre uguali nel cielo. Così come era per i piccoli naufraghi. Devi sapere piccolo calabrese che ti appresti a lasciare la tua dimora e non sai perché, che conservo ancora le caramelle che mi hai offerto con infinita generosità ed il tuo ineguagliabile sorriso e quando cercavi il papà nella valigia, vedendolo partire, come quell’altra bimba che dice al suo papà(in partenza per lavoro) che il lavoro è nel vento. Immensa poesia! Devi sapere che ho cercato di agire, in tutta la mia vita per lasciare a te, a tutte le creature di qua ed altrove, una città a tua misura, un pianeta integro ed allegro. Con la pretesa tuttavia di conservarne la memoria, la grande storia che appartiene anche a te. Devi sapere che amo, ho amato il viaggio, quello però che ci fa incontrare altri popoli, altre sconosciute bellezze e che prevede il ritorno. Non ho mai sopportato l’emigrare per cercare una vita migliore. Ero piccola, curiosa quando negli anni ’60 sentivo parlare delle valigie di cartone e poi alla stazione (esisteva ancora il treno dalle nostre parti), le folle di donne e bambini a salutare e piangere per il papà che andava a cercare fortuna nelle fabbriche del nord. Sono passati gli anni e tanti dietro di me e di emigrazione non sentii più parlare. Forse perché questo angolo di sud era più progredito? Ho visto partire solo i nostri giovani verso le università, ma in tantissimi non sono più tornati. Perchè? sembra non esserci posto, dalle nostre parti per chi non accetta “patronaggi” Sparsi nel mondo con la loro laurea, i loro studi ed i tanti sacrifici delle loro famiglie. Così anche noi, come i villaggi della grande Africa ed altri luoghi depressi del mondo, ci ritroviamo impoveriti, privati della freschezza ed energia di una meravigliosa giovinezza. Perché questa lettera? Perché mi addolora leggere di una umanità costretta a partire, affrontare il mare e poi morire, mentre da noi, paese libero e democratico vi è chi litiga per impedire a te, bambino più fortunato che non sei annegato o sfinito per gli stenti del viaggio, vissuto tra noi e che parli la nostra lingua, di non essere riconosciuto come cittadino italiano.

    Linda Monte – Crotone – 

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