La salute, un lusso per i cittadini Calabresi

E' il regionale di Cittadinanzattiva che ci spiega perchè

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    riceviamo e pubblichiamo:

     

    La segreteria regionale , da poco insediatasi presso i nuovi locali  in Lamezia Terme, ha ritenuto opportuno fare delle profonde riflessioni sulle varie e articolate problematiche regionali, dando priorità alla  Sanità.

    Sono ormai anni che la Regione Calabria è entrata nel cosiddetto piano di rientro , voluto dal Governo per ridurre le inefficienze e gli sprechi e  nel contempo implementare e razionalizzare  i servizi ai cittadini, ma a distanza di oltre otto anni la situazione non è migliorata per come sarebbe stato auspicabile , anzi in alcuni casi è addirittura peggiorata.

    Il debito non è stato colmato, la mobilità sanitaria presenta un valore trai i più elevati  e costa 130 euro per abitante  , una quota di popolazione rinuncia a curarsi , un’altra  si impoverisce a  causa delle spese socio–sanitarie sostenute nel settore privato.

    Il piano di rientro vale per la Calabria circa 80 milioni di euro, cioè meno di un terzo di quanto costa la mobilità sanitaria. E’ chiaro che basterebbe abbattere di appena un terzo la mobilità sanitaria per non aver più bisogno di piani di rientro.

    Si assiste ad un continuo scontro politico-istituzionale tra la struttura commissariale e la giunta regionale,  anziché responsabilmente sedersi intorno ad un tavolo e cercare di  individuare  idonee e adeguate soluzioni alle  mancate risposte ai bisogni sanitari della popolazione.

    Quali gli interessi sulla salute dei cittadini calabresi?

    I LEA (  livelli essenziali di assistenza) dovrebbero garantire a tutti e su tutto il territorio nazionale   uguali prestazioni, servizi e attività.

    Sono detti ”essenziali” perché lo Stato non può negare ai cittadini le cure più importanti

     I Cittadini segnalano, tuttavia, la difficoltà di accesso ai servizi,  i tempi di attesa per prestazioni sono “biblici” e i ticket insostenibili , a volte superiori alla tariffe dei privati .

    File interminabili ai Pronto Soccorso , indisponibilità di posti letto, attese di oltre un anno per alcune visite specialistiche ed esami strumentali , nessun investimento sulla prevenzione e l’elenco sarebbe lungo.

    Avremmo dovuto  garantire un servizio sanitario che non lasciasse  indietro nessuno e che riducesse le diseguaglianze, invece assistiamo ad altra storia.

    Cittadinanzattiva- Calabria ,condividendo  le osservazioni fatte da  esperti del settore in merito all’organizzazione del S.S. Regionale, mette in evidenza alcuni fondamentali elementi di criticità del nostro sistema .

    La mancata individuazione degli  investimenti da destinare per rendere le strutture adeguate da punto di vista dei requisiti di accreditamento (strutturali,tecnologici ed organizzativi);  l’ inefficace dotazione di confort alberghiero tale da poter competere con altre strutture fuori regione , logisticamente organizzati per garantire la massima efficienza nell’utilizzo del personale e comunque nell’ottica della riduzione dei costi; l’assenza di alcuna  politica indirizzata ad una razionale  ottimizzazione delle risorse umane, oltre che di interventi mirati a ridurre la sottoutilizzazione o l’utilizzazione impropria.

    Tutto ciò  avrebbe portato sicuramente a dei risparmi, oggi l’unico risparmio sul personale è dovuto al blocco del tournover.

    La particolare orografia del territorio regionale ha, nel tempo, determinato un’organizzazione sanitaria,ospedaliera e territoriale che ha permesso ai cittadini calabresi di essere vicini ai loro bisogni sanitari. Tutto ciò è stato demolito.

    La nuova linea strategica ha determinato una nuova distribuzione dei Presidi Ospedalieri non in rete e complementare con la medicina territoriale che risulta insufficiente e non coerente con gli effettivi fabbisogni del territorio.

    Come noto a tutti con l’invecchiamento della popolazione   le sfide del futuro saranno  la cronicità , la fragilità, la disabilità,  di conseguenza si dovrebbe puntare ad una sanità indirizzata a fronteggiare tali patologie, invece continuiamo ad assistere solo ai proclami sul potenziamento di una sanità territoriale in grado di dare adeguate e qualificate risposte. .

     

    Gli unici risultati ottenuti da Piano di Rientro, se così possono chiamarsi,  sono stati i miglioramenti  della qualità dei flussi informativi , il controllo della spesa farmaceutica attraverso l’introduzione di rigidi protocolli di cura, peraltro con diverso impatto  nelle diverse aziende regionali, ed infine il miglioramento della rappresentazione contabile nei bilanci  aziendali al fine di renderli più trasparenti.

     

    In buona sostanza , a parere di Cittadinanzattiva- Tribunale per i Diritto del Malato Calabria, non stati aggrediti in modo razionale e sistemici i  punti di criticità, ed i principali processi organizzativi, ma ci si è limitati ad una gestione del buon padre di famiglia che di volta in volta ha cercato di tamponare problematiche emerse dall’operatività quotidiana o da stimoli ministeriali.

    Non v’è dubbio che tutto ciò abbia delle ragioni anche nella debolezza della classe dirigente del Sistema Sanitario regionale e delle Aziende, ma anche la presenza di un Commissario per la sanità in Calabria non ha portato ad alcun beneficio per i cittadini calabresi.

    Per quanto sopra esposto, ci si auspica un protocollo d’intesa a livello regionale, come già da tempo è stato implementato nella Regione Campania, con gli organi

    preposti extra aziendali ( guardia di finanza) ed il Commissario al piano di rientro, al fine di verificare il controllo di spesa, l’appropriatezza, le modalità prescrittive, il numero delle prestazioni di specialistica ambulatoriale in rapporto alle ore erogate secondo quanto previsto dagli accordi contrattuali.

    Questa Segreteria Regionale ha deciso di  intraprendere  iniziative atte a  superare una situazione che per alcune delle motivazioni sinteticamente riportate sta determinando problemi di salute, invece di salute,  e sta violando a nostro avviso  il diritto costituzionale alla salute dei cittadini Calabresi, tale da pregiudicare l’accesso alle cure e conseguentemente all’attesa di vita.  

    La Costituzione Italiana, all’art. 14 del D.Lgs 502/92 e succ. mod.,prevede il coinvolgimento delle organizzazioni di tutela dei diritti dei cittadini nella programmazione e nella verifica della qualità dei servizi sanitari;

     l’art. 12 del D.Lgs 229/99, impegna le regioni e le aziende sanitarie a consultare e coinvolgere tali organizzazioni in fase di programmazione ,riorganizzazione dei servizi e verifica dei risultati, in Calabria tutto ciò continua ad essere ignorato.

    Cittadinanzattiva- Tribunale per i Diritti del Malato Regionale rivendica la sua prerogativa e chiede con urgenza un confronto costruttivo.

    Cittadinanzattiva sede regionale

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