Premio Caccuri: senza sardella che Banchetto di nozze potrà mai essere? (con videointervista a Caterina Ceraudo) foto
La prima giornata di questa edizione interamente dedicata ai saperi e sapori del territorio
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Servizio interamente a cura di Simone Carozzo
Quest’anno il premio letterario Caccuri, inizia con un appuntamento dedicato ai prodotti a Km0 ed alla cucina del territorio: scenario più consono non poteva che essere l’agriturismo Grancia del Vurdoj, ancora in restaurazione e recupero questa stupenda struttura, un tempo sede di un grande convento.Â
Per introdurre la discussione e parlare di enogastronomia tradizionale si è scelto il libro “Il Banchetto di Nozze e altri sapori†di Carmine Abate, dedicato all’amico Roberto Ceraudo.
Vista l’assenza per un impedimento improvviso dell’autore, i due patron del premio Roberto De Candia e Alfonso Barone, hanno voluto che il libro fosse raccontato da Caterina Ceraudo, giovane chef stellato e figlia proprio di Roberto e della visione che ebbe decenni fa nel costruire la propria azienda.Â
Caterina ha raccontato il rapporto con Carmine Abate e le tappe della sua vita e del suo studio che la hanno guidata e portata per mano fino alla nomina, nonostante la giovane età , come migliore Donna Chef d’Italia nel 2017 dalla Guida Micheline.
Una dei grandi meriti di questa giovane, che la lega anche al libro presentato, è certamente la ricerca e la difesa della cultura enogastronomica della regione e dei suoi prodotti tipici.
A fare da cornice a questa presentazione erano presenti diversi stand di produttori locali che hanno fatto assaggiare le loro “creature†ai presenti.
Caterina Ceraudo, ha raccontato, inoltre la nascita di una associazione formata da tutti i giovani chef della regione Calabria, che in tutti i loro ristoranti portano avanti, anche se con qualche interpretazione personale, i piatti e i sapori tipici della nostra regione, come ad esempio la “sardella†che la giovane chef si sta impegnando, in prima linea, a difendere per farla ritornare finalmente legale, come solo il buon gusto può autorevolmente richiedere.