Terza giornata di Materia Independent Design Festival 2017

Storie di aziende fatte col cuore  La Turco, Antonio Aricò e Giorgio Caporaso i protagonisti del nuovo appuntamento che si è concluso con la 'gara di creatività' lanciata nel workshop 

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    Terza giornata del Materia Independent Design Festival 2017, firmata da Officine Ad e dai giovani ma brillanti architetti Domenico Garofalo e Giuseppe Anania, all’insegna di una serie di appuntamenti svoltisi nell’abituale sede del complesso monumentale del San Giovanni. Soprattutto le iniziative che hanno caratterizzato il pomeriggio. A cominciare dal racconto dei titolari della ditta espositrice Turco. Un’azienda che si identifica con una bella storia di famiglia, sacrificio, passione per il proprio lavoro e voglia di continuare a far bene, attraversando le generazioni nel commercio. Ecco perché hanno lanciato, aiutati dalla società che ne cura marketing e comunicazione, un concorso di idee (con in palio 4mila euro totali, di cui 3mila al primo classificato e 500 ciascuno al secondo e al terzo) per rinnovare in maniera originale la facciata della loro sede di Campora San Giovanni dopo aver già proceduto a un maquillage del logo, la famosa grande doppia T.

    A seguire, invece, il lungo aperitalk con uno dei maggiori designer calabresi, Antonio Aricò. Un progettista che lavora per marchi del calibro di Bialetti e Alessi, ma sempre con la sua adorata Calabria nel cuore. Una regione che si porta dentro, amandola da sempre ovvero da quando è nato in quel di Reggio e ha iniziato a dar libero sfogo a una vena creativa affinata con il nonno falegname insieme a cui ancora oggi lavora alacremente. A riguardo, davvero suggestive le immagini di loro due nel laboratorio o l’istantanea della veduta di casa Aricò che regala uno scorcio incantevole dell’Etna. La mission di Aricò e anche di una manifestazione come il Midf, il Cdw del 2016, resta del resto proprio esportare la calabresità – anche in un campo come il design, non certo “marchio di fabbrica” della regione – nel resto d’Italia e nel mondo. Un bell’obiettivo. Ambizioso e stimolante, ma che richiede anni di impegno e capacità di penetrare in modo incisivo in mercati e ambienti di altissimo livello e quindi molto complessi.

    La parte conclusiva della prima serata è stata infine dedicata alla “gara di creatività” lanciata nel workshop tenuto nell’ex Stac da un altro designer di straordinario valore, Giorgio Caporaso. Un architetto che fra le sue varie attività si dedica anche all’eco-sostenibilità degli oggetti realizzati e dunque al loro basso impatto ambientale. Ecco allora che ben sei gruppi – all’inizio avrebbero dovuto essere solo quattro, ma si è dovuta necessariamente allargare la forbice in ragione dell’alta adesione registrata – si sono confrontati con delle lampade interamente fatte di cartone, materiale scelto per l’occasione su cui Caporaso sta lavorando da parecchio tempo ormai. A competere sono stati i team Archigraphic con Lampante; I Borboni (Jenga); Giamp (Sequenza); 4D (light 1.0); Modulo 5 (Cheope) e Nati per Caso (Meccano). A prevalere, in virtù della valutazione espressa da una giuria presieduta dallo stesso Caporaso, è stato 4D, ma il pregio delle opere presentate ha costretto i giudici a ragionare a lungo sulla scelta e ad assegnare una menzione speciale a Modulo 5. Tutti gli appuntamenti pomeridiani sono stati come di consueto coordinati dal responsabile della comunicazione della kermesse, Danilo Colacino. Fra i motivi d’interesse dell’esaltante Midf, pure le esposizioni delle Gallerie del San Giovanni curate dalla cooperativa Ecoplanner con la presidente Claudia Minniti e le socie Olga Romano e RosaCiacci

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