La meravigliosa Avventura da leggere e da custodire!

Affollata presentazione per un libro curato con grande attenzione da Cinzia Romano ed arricchito da Davide Nicola ed il suo fantastico gruppo

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    “Non abbiamo episodi particolari che potremmo raccontare… …piace sottolineare come un’arma vincente di questa squadra sia stato un gruppo di ragazzi che, chi per la sua personalità, chi per la serietà, chi per la costanza, chi per il carisma, chi per la calma, chi per l’altruismo, ognuno a modo suo è stato un leader”

    Non è un caso che Cinzia Romano questa frase la faccia dire all’unisono all’intero staff di Davide Nicola nel suo “La meravigliosa Avventura” presentato qualche giorno fa ai Giardini di Pitagora alla presenza di moltissimi dei protagonisti della doppia cavalcata che ha contraddistinto uno dei successi più belli della città di Crotone e non solo del calcio.

    Con il sottotitolo di “Il guaio è… che è tutto vero!” la giornalista, ingegneressa e pure ex arbitro di calcio è riuscita a dipingere un quadro complesso ed affollato creando una doppia finestra che si specchia: quella che fa vedere gli highlights dell’incredibile salvezza del Crotone raggiunta solo all’ultima giornata dello scorso campionato di serie A e quella della cavalcata in bici che Davide Nicola, non ritraendosi rispetto ad una promessa fatta, riesce a trasformare in un continuo bramoso e lucido messaggio di valori da vivere e condividere come solo un padre sa fare quando non vuole rassegnarsi mai a rimanere orfano di “una buona idea”.(*)

    L’autrice di questo importante documento storico è riuscita a confezionare, in un solo libro, tutte le componenti di una doppia impresa memorabile: tracciare il volto del condottiero, recuperare la trama attraverso tante storie diverse che hanno deciso di seguirlo, l’interesse collettivo che può e deve costituire bagaglio per chiunque volesse assume redini di qualsiasi genere.

    Cinzia da sportiva ed atleta (da ragazza è certamente stata pure fra le pallavoliste più promettenti in città), quasi naturalmente, riesce anche a regalare freschezza e curiosità ad un racconto che, inesorabilmente, può imporre la pesantezza dell’epopea, soprattutto se pensiamo che è stata vissuta nell’epoca dove gli aggettivi qualificativi, spesso, soverchiano fatti e misfatti.

    La Romano giornalista riesce pure a non sovrapporsi alla scrittrice, a non farsi sopraffare dalla tifosa e giammai (nemmeno da pagina 107 fino alla fine che racconta la promessa mantenuta del giro d’Italia in bici) appare abbandonata a se stessa la retorica.

    L’ultima parte è scritta e diretta da Davide Nicola: nella sceneggiatura del vero riesce a ricordarci pezzi di vita fondamentali attraverso Schopenhauer e Dostoevski, ma il pensiero più affollato e complesso è quello che ci regala quando parla di solitudine. Ce ne parla con una intensità “antica” quando sfiora ed offre nomi e pensieri intimi, ci consegna responsabilità quando ci ricorda “ciò che l’essere umano è capace di fare quando utilizza armi come la solidarietà, l’amicizia e l’amore”.

    Ci piace ringraziare Cinzia Romano e Davide Nicola con una citazione (*) il testo linkato alla traccia di Niccolò Fabi della sua “Una buona idea” e con la bellissima fotogallery della presentazione di Roberto Carta, anche quella qui linkata.

    Grazie di cuore, Procolo GUIDA!

    Clicca qua e sulla foto per andare a vedere l’intera fotogallery di Roberto Carta

     

    Una Buona idea Niccolò Fabi

    Sono un orfano di acqua e di cielo

    Un frutto che da terra guarda il ramo

    Orfano di origine e di storia

    E di una chiara traiettoria

    Sono orfano di valide occasioni

    Del palpitare di un’idea con grandi ali

    Di cibo sano e sane discussioni

    Delle storie, degli anziani, cordoni ombelicali

    Orfano di tempo e silenzio

    Dell’illusione e della sua disillusione

    Di uno slancio che ci porti verso l’alto

    Di una cometa da seguire, un maestro d’ascoltare

    Di ogni mia giornata che è passata

    Vissuta, buttata e mai restituita

    Orfan della morte, e quindi della vita

     

    Mi basterebbe essere padre di una buona idea

    Mi basterebbe essere padre di una buona idea

    Mi basterebbe essere padre di una buona idea

    Mi basterebbe essere padre di una buona idea

     

    Sono orfano di pomeriggi al sole, delle mattine senza giustificazione

    Dell’era di lavagne e di vinile, di lenzuola sui balconi

    Di voci nel cortile

    Orfano di partecipazione e di una legge che assomiglia all’uguaglianza

    Di una democrazia che non sia un paravento

    Di onore e dignità, misura e sobrietà

    E di una terra che è soltanto calpestata

    Comprata, sfruttata, usata e poi svilita

    Orfan di una casa, di un’Italia che è sparita

     

    Mi basterebbe essere padre di una buona idea

    Mi basterebbe essere padre di una buona idea

    Mi basterebbe essere padre di una buona idea

    Mi basterebbe essere padre di una buona idea

     

    Una buona idea

    Una buona idea

    Una buona idea

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