Accoltellamento in centro città: parla la vittima dall’ospedale

Chiamati da Salvatore Mendicino per riferirci la sua versione della gravissima aggressione subita ieri pomeriggio.

Più informazioni su


    Siamo stati raggiunti telefonicamente da Salvatore Mendicino ancora degente in ospedale, il commerciante che ieri è stato accoltellato in via Paternostro, dietro la Posta centrale, a Crotone.

    Il motivo della telefonata, a dire il vero, riguardava un forte risentimento nei confronti di alcune ipotesi che avevamo messo in campo a proposito della notizia data nell’imminenza dei fatti (così come è possibile rileggere cliccandoci sopra in “Sangue in centro a Crotone: scontro passionale o altro?” ovviamente aggiornato con questo stesso approfondimento).

    Il signor Mendicino, dopo aver ricevuto la nostra scontata solidarietà ed i migliori auguri di pronta guarigione, ci ha subito detto che aver letto, fra le motivazioni dell’accaduto, di questioni amorose o racket “è stato quasi peggio delle coltellate subite”.

    Abbiamo ascoltato con la massima attenzione il suo drammatico racconto che descrive che il tutto sia riconducibile a liti di vicinato iniziate addirittura il giorno precedente al tragico epilogo di ieri pomeriggio: “avevo chiesto scusa e gli avevo detto hai ragione perché effettivamente il giorno prima mentre dormiva avevamo sbagliato, prima sotto casa e poi in appartamento; non che avessimo fatto una festa ma comunque avevamo fatto casino con miei amici. Ma ci sono modi e modi, perché  già proprio il giorno prima, aveva minacciato”.

    Salvatore Mendicino appare sempre molto lucido e circostanziato nel racconto che ripercorre ancora più dettagliatamente la giornata di ieri “fino a là, anche se il giorno prima aveva esagerato con le parole, era finita per me”;   e ci rassicura addirittura sull’acconsentire anche alla registrazione della telefonata, perché si dice certo di dire la verità.

    Ci specifica finanche che “quella è la casa della mia compagna, con la quale si ho avuto dei problemi, ma così come ce li hanno tutte le coppie, tanto che ora che lei è partita, ho le chiavi” ed il problema pare sia stato proprio, sempre per come ci ha riferito Salvatore Mendicino, che dopo l’episodio di disturbo, il vicino gli intimasse di non ritornare più in quell’appartamento.

    “Io non pensavo potessero accadere questi episodi” e da qui riparte proprio con una ricostruzione dettagliata e circostanziata di una vera e propria aggressione terminata con tanto di scasso dell’ingresso stesso nell’appartamento ad opera di ben 5 individui che con bastoni e coltelli lo avrebbero più volte ferito e scaraventato addirittura dalle scale.

    “Non so nemmeno come sono riuscito a scappare in strada. Non ho chiamato nessuno io, perché non ci ho capito nemmeno nulla, soprattutto dopo aver visto che uscivano dalle ferite veri e propri zampilli di sangue. So solo che uno degli ausiliari dei Vigili Urbani che stanno proprio dietro l’appartamento, mi ha rassicurato che aveva già chiamato lui Polizia e ambulanza”

    Riascoltare il racconto e la telefonata ci fa particolare impressione, l’impressione di un uomo ferito, ma orgogliosamente convinto di essere vittima più volte.

    “La mia vita non c’entra nulla con queste cose, sono arrabbiato ma sono convinto che tutti possiamo sbagliare”.

    Certo è che ci sono anche i racconti e le testimonianze che già ieri descrivevano una persona mite e poco incline a cattive azioni.

    Altrettanto certe saranno le indagini e così come ieri non avevamo nessun elemento e voglia per descrivere un diavolo o una vittima eccellente, non abbiamo elementi oggi per descrivere e parlare di un santo o del depositario della verità assoluta.

    Quello che fa parte anche della cronaca di questa telefonata è però la chiara sensazione di un uomo particolarmente attento e legato ai temi della famiglia e della comunità dove svolge anche un ruolo pubblico quale quello del fruttivendolo.

    Si sa che questa tipologia di mestieri, da sempre e soprattutto in città come la nostra, debba essere inserito nel tessuto sociale e finanche in quello affettivo, a partire dai quartieri in cui opera.

    Gli abbiamo augurato, e lo ripetiamo ancora più volentieri in questa occasione, di poter recuperare in fretta e non solo dal punto di vista fisico; pensiamo di non averlo ringraziato abbastanza per il fatto di essersi voluto confrontare, ancor più partendo da un risentimento, e dentro un quadro ancora così “caldo” ed emotivo, addirittura in attesa di ulteriori interventi in ospedale.

    Proprio queste oggettive circostanze ci hanno ulteriormente colpito sulla capacità di esprimersi con una considerevole capacità di autocontrollo.

    Certo che il clima in cui viviamo (o forse è meglio dire sopravviviamo) in questa città, oggi, ha certamente dell’eccezionale; o comunque abbiamo una voglia sfrenata di poter pensare che sia certamente figlio di una congiuntura nuova, veloce ed irripetibile.

    Procolo GUIDA

    Più informazioni su