L’ortopedico calabrese Misiti nominato Segretario alla presidenza del Collegio dei chirurghi italiani

C’è tanto da dire e da fare per la sanità calabrese – sostiene Misiti –  e gli incarichi nazionali di cui sono stato investito serviranno anche per questo

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    RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

    Massimo Carmelo Misiti, 52 anni, ortopedico calabrese di Cinquefrondi, è stato nominato Segretario della presidenza del Cic, il Collegio italiano dei chirurghi, l’associazione che rappresenta l’aggregazione di quasi tutte le società scientifiche di area chirurgica del territorio nazionale. Misiti, in rappresentanza della Sia, la Società italiana di artroscopia, entra in un Direttivo guidato dal professore Filippo La Torre, direttore della chirurgia d’urgenza del retto e pavimento pelvico presso il policlinico “Umberto I” di Roma. Con loro altri diciannove consiglieri. Un nuovo prestigioso incarico, quindi, per il dottore Misiti, dopo la nomina nel Direttivo della Sia, società che raggruppa oltre 1800 ortopedici in tutta Italia. “Non sono – dice Misiti – un ‘cacciatore di poltrone’ e non vado alla ricerca di incarichi pro domo mea. È chiaro che questi uffici mi onorano, ed io li accetto volentieri perché mi consentono di portare a Roma la discussione sulle problematiche che gravano sulla nostra regione. Il comparto calabrese della sanità non può essere oggetto di sacco continuo. Gli ospedali sono necessarie c’è una legge dello Stato in cui vengono indicati i parametri in base ai quali riorganizzare il sistema sanitario. Sono indicati i posti letto per numero di abitanti; sono riportate le indicazioni su come devono essere fatti gli ospedali spoke e hub, e su come la sanità pubblica deve essere integrata con la privata, e su come si devono erogare i servizi e quante devono essere le facoltà di medicina in rapporto al numero di abitanti. C’è anche un Decreto del presidente della Giunta regionale che stabilisce come deve essere fatta la rete regionale ospedaliera e come il fabbisogno di sanità ammonti 6298 posti letto. Insomma – conclude Misiti – c’è tanto da dire e da fare per la sanità calabrese, e gli incarichi nazionali di cui sono stato investito serviranno anche per portare la voce dei calabresi al di fuori dei confini regionali”. 

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