RECLUSIONE E RIEDUCAZIONE, CONFRONTO A CIRO’ CON IL PENALISTA NAZIONALE GENTILE

GIOVEDÌ 21 DICEMBRE, PALETTA:STIMOLARE DIBATTITO SU CONDIZIONE DETENUTI

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    riceviamo e pubblichiamo:

    RECLUSI, LEGITTIMITÀ E LIMITI DELLA SOLUZIONE DETENTIVA TRA PRINCIPIO DI LEGALITÀ E CERTEZZA DELLA PENA. È, questo, il titolo dell’incontro in programma per GIOVEDÌ 21 DICEMBRE, alle ORE 16, nella Sala Consiliare, alla presenza del noto penalista di origini cirotane, Nicodemo GENTILE, autore del libro LAGGIÙ TRA IL FERRO STORIE DI VITA STORIE DI RECLUSI. – A promuovere gli obiettivi culturali dello speciale confronto con l’Autore è il Sindaco Francesco PALETTA sottolineando l’importanza sociale di stimolare nelle comunità il dibattito su un tema così delicato e scottante quale quello della condizione dei detenuti.

    Introdotti e coordinati da Giovanna ABBRUZZINO, insieme al Primo Cittadino, discuteranno con l’Autore la psicoterapeuta Elisabetta ROSSI, il comunicatore e lobbista Lenin MONTESANTO, il coordinatore dell’Ufficio di Comando di Polizia Penitenziaria di ROSSANO Francesco CRITELLI e il coordinatore del servizio di scorta e traduzioni della Polizia Penitenziaria di CROTONE Giuseppe CALIGIURI. – L’evento è accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di CROTONE e permetterà di ottenere 4 crediti formativi.

    Da anni impegnato in vicende giudiziarie di rilevanza nazionale, tra le quali l’omicidio di Meredith KERCHER e quello per Melania REA e il delitto della contessa dell’Olgiata, per gli omicidi di Sarah SCAZZI, dei fidanzati di Pordenone (Trifone e Teresa), di Roberta RAGUSA, di Guerrina PISCAGLIA, cassazionista, GENTILE è legale di riferimento di diverse comunità e di associazioni impegnate nel sociale.

    Il libro racconta storie sconosciute della vita dietro alle sbarre, spaccati di quotidianità spesso drammatici. Con le competenze tecniche che gli derivano dalla sua professione, l’Autore offre un quadro estremamente accurato della situazione in cui versa la maggior parte dei detenuti in Italia per cercare di capire chi non ha più prospettive di vita libera, chi non riesce assolutamente ad adattarsi alle privazioni quotidiane, chi ha perso ogni speranza o chi non vuole e non sa rassegnarsi a ciò che crede una profonda ingiustizia. Sono vicende che spaziano dall’accettazione razionale della propria esistenza a un avvicinamento fideistico alla religione o, purtroppo, al tentativo di suicidio. Dietro tutto questo dolore, però, si avverte la necessità dell’ineluttabilità del carcere e della pena e vi è la convinzione che solo la rieducazione sociale del condannato, che non vuol dire pena più lieve o più corta, debba guidare la logica di chi gestisce le carceri di un paese civile. La parola dello Scrittore si alterna a quella dei detenuti, come Salvatore PAROLISI, Manuel WINSTON REYES, Angela BIURIKOVA, Carmelo MUSUMECI, che descrivono non la loro storia giudiziaria, ma la vita e il tempo in carcere. – (Avv. Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying

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