Mille contraddizioni ed opacità ruotano intorno alla questione aeroporto

Filly Pollinzi "Possibile": il problema vero di questo pezzo di Paese è la  mobilità, la possibilità, davvero  elementare, basilare, costituzionale, di muoversi

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    riceviamo e publichiamo:

    Sarebbero dovuti ripartire l’8 gennaio i voli dall’aeroporto di Crotone e invece nulla, tutto rinviato alla fine di marzo (forse). Prenotazioni cancellate e tanta rabbia nei cittadini crotonesi. Eppure in molti, me compresa,  non si stupiscono affatto. Tutta la vicenda legata all’aeroporto S. Anna è sempre stata molto confusa, piena di proclami e tante contraddizioni. E non è questione solo di essere sfiduciati o di volere necessariamente rappresentare critiche all’operato di chi amministra a tutti i livelli. E’ la giusta e generale  valutazione di una programmazione e qualità politica che tale non è.  Nessuno dice che in questo momento storico sia facile gestire gli enti o amministrare territori. Quello che però è evidente è la mancanza di coerenza, di trasparenza e persino di rispetto dei cittadini. Perché quando non si dice la verità, quando si tende a gettare fumo negli occhi e a preoccuparsi unicamente della propaganda politica fine a se stessa, prima che mancare approcci seri alle questioni che maggiormente incidono sulla vita della popolazione, si gioca con la fiducia e le speranze delle persone, si  gioca con il diritto dei crotonesi di essere cittadini come tutti gli altri.

    Non mi interessa ora, come non interessa a nessuno (neanche a chi quei voli li aveva già prenotati e pagati), conoscere le difficoltà tecniche e gestionali riscontrate dalla compagnia aerea che impediscono di far partire l’attività da e per l’aeroporto di Crotone. Se il buon anno si vede dal mattino, questo è il momento di urlare contro tutta una rappresentanza istituzionale che si incensa sui palchi e sui giornali per dire quello che si sta per realizzare e che puntualmente non si realizza. Qui manca la politica, che è cosa ben diversa dalla gestione in chiave elettoralistica e manca una rappresentanza degna di questo nome. Manca una visione e manca una lettura chiara e sincera della realtà calabrese. E spesso manca anche la libertà di andare oltre la narrazione, preoccupati come si è soltanto di autopreservarsi.

    Perché il problema di questo pezzo di Paese, non è l’aeroporto  ma la mobilità: la possibilità, davvero  elementare, basilare, costituzionale, di muoversi.

    Non è dato conoscere i motivi veri delle mille contraddizioni e delle opacità che ruotano intorno alla questione, ma abbiamo il diritto di pretendere l’impegno, possibilmente reale e coerente, per uscire da questo isolamento infrastrutturale. Abbiamo il diritto di pretendere che tutti quelli che siedono nelle varie istituzioni rappresentino davvero l’impossibilità del crotonese medio a muoversi senza difficoltà e senza esborsi di somme assurde per raggiungere almeno le principali città italiane. Davvero è il momento di dire basta all’immobilismo politico e alla bella propaganda piena di luci e baciamano. Invece di concentrarsi sugli incastri elettorali o sulla soddisfazione di piccole pretese dei propri amici, gli attori istituzionali si decidano ad affrontare il problema una volta per tutte. Si può fare immediatamente, ponendo in essere quelle azioni politiche e programmatiche in grado di garantire da subito collegamenti degni di questo nome con l’aeroporto internazionale e la stazione ferroviaria di Lamezia. E mettendosi a lavorare seriamente, aggettivo tanto scontato quanto mortificato, per il medio e lungo periodo. 

    Io non credo ci sia più tempo e chi continuerà a giocare con le crisi endemiche del territorio evidentemente lo farà perché la povertà, non solo economica, è la sola cosa che garantisce il mantenimento dello status quo proprio e dei propri “compagni”.

    Filly Pollinzi

    (membro del Comitato Nazionale di Garazia di Possibile)

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