Slc Cgil Calabria: lotta allo sfruttamento nel settore call center

Presentato esposto alle autorità competenti; la prossima settimana la presentazione di “#presidiolegalitàcallcenter”

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    riceviamo e pubblichiamo:

    Lo scorso 25 gennaio, alla presenza dei massimi vertici della Cgil Calabria e della Slc Nazionale, è stata lanciata la campagna #presidiolegalitàcallcenter, una massiva attività di controllo per il rispetto dei contratti e di denuncia nel settore dei call center outbound operanti in Calabria.

    «Già nei giorni scorsi sono arrivate le prime denunce sul sito www.slccgilcalabria.it alla sezione “segnala”, nel campo “presidio della legalità”, e le strutture territoriali hanno avviato le prime denunce alla guardia di finanza, al nucleo dei carabinieri ed all’ispettorato del lavoro». Lo rende noto la segreteria regionale della Slc Cgil Calabria. «Nei primi due casi – spiega – abbiamo individuato un call center sul territorio di Catanzaro che opera in appalto per attività teleselling (vendita telefonica) per grandi committenti nazionali, per il quale è stata presentata denuncia dettagliata di irregolarità non solo contrattuali ma anche fiscali. Oltre a pagamenti in totale violazione del contratto, abbiamo riscontrato parti di retribuzione camuffate sottoforma di rimborso spese e/o trasferte, mai documentate e mai avvenute. Nei giorni scorsi abbiamo anche potuto riscontrare, attraverso i dati pubblici presso la Camera di Commercio, oltre 200 aziende che in Calabria operano nel settore call center outsourcing occupando circa 5000 addetti. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che lavorano presso aziende di piccole e medie dimensioni situate su tutte e cinque le province calabresi. In queste realtà lavorative, da alcune verifiche effettuate, non viene rispettato il ccnl delle telecomunicazioni per i lavoratori outbound con contratto di collaborazione che prevede una paga minima oraria di 6.58 euro. In più occasioni abbiamo riscontrato condizioni economiche irregolari con lavoratori pagati con cifre orarie, tra le 2 e le 4 euro, quindi ben al disotto di quanto previsto dalla normativa vigente. In alcuni casi sono emerse ulteriori irregolarità tra cui il mancato pagamento dei contributi e parti della retribuzione riconosciuta sottoforma di rimborsi spesa e/o trasferte». «Nella settimana prossima – annuncia la segreteria – terremo una conferenza stampa per illustrare forme e modalità della campagna #presidiolegalitàcallcenter, con l’obiettivo  di incentivare le lavoratrici ed i lavoratori a denunciare lo sfruttamento perpetrato a loro danno, facendo emergere le irregolarità presenti nel settore sul nostro territorio. La finalità – conclude –  è quella  di portare da un lato il rispetto del contratto e della normativa vigente, dall’altro limitare fenomeni di dumping e concorrenza sleale che queste aziende perpetrano ai danni di importanti player del settore che garantiscono buona e sana occupazione».

     

     

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