Gestione Servizi: finchè tintinnìo di manette scatterà! (con copia di documenti originali) foto

Conferenza stampa di USB che inchioda tutti a responsabilità evidenti

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    di Procolo GUIDA

    C’era una Provincia, giovane e ricca, che conobbe il tintinnìo delle manette, nel 2001. Poi, ci fu la campagna elettorale del 2004 che portò Sergio Iritale a poterne assumere la guida, quattro anni dopo quel tintinnìo.

    Dentro quel quadro che pareva contenere gli ultimi aneliti di sinistra, arrivò il primo (ed unico) dei palazzinari di sinistra che, cavalcando una ipocrita sete di pulizia, non permise mai a Carmine Talarico (che nonostante gli arresti, comunque aveva portato a termine il suo secondo mandato) di salire sui palchi dei comizi elettorali.

    Non era una scelta formale; doveva garantire ad una parte (altrettanto ipocrita) di quella coalizione di centro sinistra, che molto sarebbe cambiato nella gestione della “cosa” pubblica.

    Sticazzi!

    Arrivarono da lì a poco i BOP (l’indebitamento tramite emissioni di titoli provinciali) tantissimi mutui e l’invenzione della Gestione Servizi s.p.a. Ci si inventa, appunto, di dare in manutenzione, sede, 850 km di strade provinciali, servizi informatici e tante altri “ammennicoli” ad una SPA con soldi pubblici.

    Il motivo?

    Semplice: poter GESTIRE direttamente clientelismo elettorale legalizzato.

    Ovviamente le migliori clientele elettorali hanno un requisito fondamentale: la precarietà!

    Quando nel 2011 in piena era Zurlo (a cui è stata nel frattempo è stata ragalata la sedia di Presidente della Provincia dalla falsa sinistra presentatasi divisa), dopo già qualche anno di vacche magre, e soprattutto grazie alla famigerata lettera BCE  a firma Jean Claude Trichet e Mario Draghi che inaugura il governo Monti e da vita al piano europeo di demolizione controllata del Paese , che fa la Provincia di Crotone a guida centro destra?

    Inizia a ridurre una serie di servizi essenziali partendo dal taglio drastico di Gestione Servizi e dei suoi bilanci (pure falsificati).

    Ed i sindacati che fanno?

    Ovviamente firmano subito l’inizio della fine, con un verbale che apre alla cassa integrazione in deroga per gli allora 76 dipendenti che riduce l’orario di lavoro del 50% (verbale di sotto pubblicato in copia). Così nel 2011, nel 2012 e nel 2013 arrivano poco più di 1,5 milioni di euro dallo Stato per accompagnare in una agonia sciagurata questi lavoratori che, solo fino al 2015, riescono a percepire briciole di salari decurtati e, soprattutto, altri ricatti elettorali fino alla definitiva messa in liquidazione con nomine di vari carnefici affiancatisi alle istituzioni (Provincia, Regione e due Prefetti).

    E’ di qualche mese fa l’ultima presa in giro al tavolo prefettizio con le promesse da marinaio di Viscomi e Roccisano.

    Oggi con lavoratori senza stipendio da 25 mesi, la Usb (Unione Sindacale di Base) ha tenuto una conferenza stampa, visto che oramai quasi tutti sono andati via da CGIL, CISL e UIL. L’incontro di oggi ha svelato alcuni dettagli che non si capisce quanto possano essere considerati paradossali e/o delinquenziali.

    Prima il delegato regionale Filippo Violi ha parlato di muro di omertà che ha ucciso il territorio, di bilanci dell’Ente Provincia falsificati già dal 2016 e di rappresentanti sindacali che hanno mercificato prima ed abbandonato dopo. Il già funzionario della Provincia, ora alla Regione Calabria, non ha usato mezzi termini per descrivere quale quadro europeo e nazionale abbia commissionato, più che favorito, la morte di un territorio che si nutre oramai della propria incapacità di reagire. Solo chi non ha ancora letto il suo “Cronache di un campo di battaglia” (edizioni Imprimatur del 2014) si è potuto stupire della sua lucida capacità di raccontare una cinica e bara realtà; anche nel modo di rivolgersi agli stessi lavoratori, certo colpevoli di incredibile afasia.

    Poi Iritano, rappresentante regionale sempre della USB, ha spiegato quanto la Regione Calabria sia colpevole nel non voler ricollocare questi ed altri lavoratori precari in un bacino regionale che può e deve fungere da lista aperta per una futura ricollocazione negli stessi enti locali (e si tratta di più di 1000 lavoratori mandati in strada di cui 300 lsu/lpu sempre da allegre partecipate come Calabria Verde, Fondazione Terina, Calabresi nel mondo ed altri).

    Poi Franco Stabile è sceso, ripercorrendo la storia di Gestione Servizi dal 2005 ad oggi, in quei particolari raccapriccianti che accennavamo sopra e che vanno necessariamente messi in fila:

    1. In piena cassa integrazione 2011, 2012 e 2013 si assumono due nuove unità grazie a bilanci chiusi in attivo;
    2. Nel 2014 spunta un buco improvviso di quasi tre milioni di euro eppure i bilanci, come tutti gli altri, vengono approvati da CdA e socio unico (la Provincia appunto); e non sarà l’unico;
    3. Il personale, nonostante abbia sollecitato il licenziamento, è ancora a busta paga zero comunque viene emessa ogni mese anche oggi a 25 mesi dalle mancate erogazioni di soldi;
    4. Nelle ultime mensilità erogate ci sono state le trattenute delle cessioni di quinto MAI TRASFERITE ALLE FINANZIARIE E/O ISTITUTO DI CREDITO CHE NE VANTAVANO I DIRITTI;
    5. L’attuale liquidatore nominato nel 2016 ci ha messo un anno per scrivere una lettera alla Provincia per rivendicare le somme distratte dai bilanci di cui al punto 2; e ci ha messo più di quattro mesi per protocollarla (e qua sotto c’è l’altra copia di documento originale);
    6. Nonostante fosse stata avvertita dallo stesso Stabile che pure è intervenuto nella seduta che lo ha approvato, questo ente di oggi con il suo Presidente ai domiciliari per Stige (e notoriamente azzoppato da Gratteri non solo per Parrilla) ha approvato un bilancio falso che non ha conteggiato i debiti verso una partecipata in liquidazione (ovviamente proprio Gestione Servizi);
    7. Stabile ci ha ricordato come Foresta, Carcea e soci avevano dichiarato di dimettersi il giorno dopo l’approvazione del bilancio e, invece, non solo ancora non lo hanno fatto ma continuano a omettere l’obbligo per legge (Madia) di chiedere alla regione la possibilità di inserire questi lavoratori nel bacino generale dei precari e intanto si continuano a non garantire i servizi essenziali di assistenza su questa territorio

    Noi rammentiamo una cosa sola, a tal proposito: l’attuale famigerato e lentissimo liquidatore di Gestione Servizi è quel campione di efficacia ed efficienza amministrativa di partecipate che risponde al nome di Antonio Barberio. Già becchino di Akros, più volte consigliere provinciale e professore solo per passione (seppur titolare di cattedra, giammai precario) che non si capisce se sta già erogandosi indennità per questo incarico datogli nell’ultimo atto di Peppino Vallone da Presidente della Provincia o ne sta solo “accantonando” i diritti.

    Questo ultimo aspetto è davvero emblematico!

    Quanto è sciatta e bieca questa politica di oggi che occupa e spolpa le istituzioni fermandosi solo con le manette e mai con il tintinnìo…

    Una cosa è certa di quest’annosa vicenda dopo l’incontro di oggi, nonostante il fuggi-fuggi generale: nessuno, e dico nessuno, deve sentirsi esente da colpe, perché questa vertenza rappresenta la sconfitta di TUTTE le forze politiche, sindacali  e sociali di questo territorio, CHE TUTTE ASSIEME COSTITUISCONO CLASSE  solo DIGERENTE.

    Basta sperare che un giorno si faccia chiarezza e i responsabili consegnati alla giustizia?

    Certo che no!

    Ma a margine della conferenza stampa non è un caso che il sindacato Usb si è detto pronto a prendere alla lettera l’appello lanciato dal procuratore di Catanzaro, dott, Nicola Grattieri che ha più volte utilizzato la parola indignazione, invitando i lavoratori a ribellarsi contro il malaffare.

    L’Usb non ha solo duramente attaccato i sindacati confederali Cgil-Cisl Uil che, a dire dell’Unione sindacale di base, sono stati e continuano essere i curatori fallimentari di questo territorio; ma ha nuovamente attaccato le politiche a livello nazionale, portate avanti nell’ultimo ventennio, da governi compiacenti a dettami europei fallimentari, oltre che nemici delle classi lavoratrici precarizzate.

    Ed è indubbio che, oggi, specie nelle zone periferiche d’europa come la nostra, stiamo pagando a caro prezzo e sulla testa dei lavoratori  gli effetti di queste politiche economiche che stanno creando nelle città dei veri campi di concentramento a cielo aperto.

    Ed è per questo che i lavoratori di Gestione Servizi devono unirsi ai “cacciati” dell’aeroporto, dell’Akros, di Soakro, Congesi e di tutti i precari del comprensorio. Solo una nuova coscienza collettiva potrà essere in grado di riscrivere nuovi scenari e “differenziare” questa “monnezza” che ancora impera!

     

    L’inizio della fine: il verbale del 2014 sottoscritto dalla triplice

     

    Il duro lavoro di Barberio…

     

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