Non serve l’alta politica per arrestare l’agonia di questa città

Linda Monte analizza piccole e grandi questioni come l'Archivio di Stato

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    riceviamo e pubblichiamo:

    Lentamente muore il centro città; il suo mercato, negozi piccoli e meno piccoli. Soffre persino l’unica ed antica libreria, nonostante le incessanti azioni culturali. Non bastano neanche i fiori, i versi, i colori generosamente offerti da studenti e docenti tra i vicoli, stradine, piazzette nel centro storico. L’improvvisa ritirata del “ponte levatoio” della fortezza perché ospitante materiale inquinante un inaspettato colpaccio – va quindi blindata tutta la città ed i suoi ormai dolenti abitanti spediti in qualche sanatorio – espressione offertami da chi oltre quarant’anni fa quel prodotto pericoloso delle fabbriche lo avevo sparso e, nel suo racconto,  veniva inoltre mescolato nei cementifici.

    Lui ci aveva lavorato e quindi credibile più di ogni altro. Ha però aggiunto che – ma questo gli esperti lo avranno già detto – se viene ricoperto nulla accade. Sarà così? Non so. Dunque un centro storico ormai privo di attrazione ed il mercato – a ghiazza –  lo era, ora ridotta ad un cimitero dei più tristi. Così come le attività dentro le mura solo movida notturna e gli abitanti? Tranne eccezioni. solo cittadini di diversa provenienza (evito di definirli extracomunitari, perché potrebbero arrivare le nuove squadre di espulsione). Degli antichi residenti quasi centenari ne sono rimasti quanto le dita di una sola mano. Perciò un centro storico privo di funzione. Apprezzabile ad esempio la decisione dell’attuale vice sindaco di non trasferire la biblioteca allocata nel castello presso un edificio scolastico in via Saffo. Questo ha significato uno sciamare costante  di studenti e non solo, per le vie della città antica.

    Oltre a garantire da parte degli addetti un ottimo servizio, purtroppo per ora sospeso. Sempre per via Saffo non è accettabile la collocazione dell’archivio di stato – diniego o meno di alti funzionari della Soprintendenza – è stato un tanto agognato e sofferto spazio scolastico e tale rimanga. L’archivio di stato deve trovare i suoi natali presso due edifici di proprietà pubblica nel centro storico: (tante volte l’ho scritto e non soltanto io)la ex caserma dei carabinieri di via Milone e palazzo Caminiti in via Ducarne.

    L’ idea di impiantare detto archivio in quel di Capo Colonna in una dimora – sempre di proprietà pubblica – la trovo fuorviante. Esiste un interessante progetto dell’allora Provincia ed è bene rimetterci mano, certamente prima di un suo ulteriore deterioramento. Ospitare nel centro storico una istituzione come l’archivio di stato e riaprire al più presto – con tutte le bonifiche del caso – il castello, significa riportare i cittadini, i forestieri di passaggio o meno, gli studiosi, i ricercatori, gli storici nel cuore antico della città e quindi rianimare il tutto. Certamente i motivi della città decadente, isolata, priva apparentemente di futuro sono tantissimi, gli analisti di mestiere o quelli blasonati saprebbero dire molto.

    Per ciò che riguarda il vecchio mercato, un ulteriore invito (anche in questo caso è da tempo che lo dico, consapevole della mia scarsa “sovranità”) all’amministrazione cittadina a vedere come rimettere a posto e rendere funzionale anche il solo camminare (pavimentazione brutta, sempre lercia, scivolosa), coperture a rischio di finire in testa ai passanti, arredi divelti etcetc e le cabine chiuse, quasi tutte, affidarle tramite bando, anche ai nuovi volenterosi ed operosi cittadini di altri Paesi, ormai italiani e se volete crotonesi. Ci devono però essere regole chiare per tutti e agevolazioni di qualche tipo, almeno all’inizio. Ed inoltre allestire un diurno (sorvegliato ed a pagamento anche minimo, si impiega così a carico di chi fruisce, un posto per guadagnare la giornata) per donne, uomini e bambini. Per far questo l’alta politica non serve.

    Linda Monte

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