I dipendenti del Gruppo Marrelli lanciano un appello alla società civile

Noi difenderemo la nostra azienda. Molti difenderanno indignati una struttura sanitaria

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    riceviamo e pubblichiamo:

    “Anni di lotte per riuscire ad ottenere un po’ per volta dei risultati che ci hanno portato a far parte di una realtà fantastica, un’azienda in cui si lavora e si cura.  Un sogno realizzato grazie alla famiglia Marrelli.

    Ci mettiamo l’anima tutti i giorni per dare il meglio in questo lavoro che può essere considerato quasi una missione, ed ora ci ritroviamo ancora un volta a dover manifestare per mantenere questo diritto alla salute e al lavoro che dovrebbe essere scontato e che invece ci viene negato da questi burocrati del cavolo che non conoscono niente della nostra terra. Certo, scendiamo ancora in campo, tutti uniti e più determinati di prima. Proprio adesso che l’HOPERA è compiuta non lasceremo che i sacrifici vadano perduti. Noi non molliamo. Siamo pronti ad una nuova battaglia”.

    È questo il coro unanime scaturito al termine della riunione che ha visto coinvolti i dipendenti delle varie aziende del Gruppo Marrelli, contro le ultime scellerate decisioni prese per la sanità calabrese e per la struttura del Marrelli Hospital.

    “Grazie agli ultimi indirizzi impartiti dal Commissario Scura, l’Asp di KR ha comunicato di non potere comprare le prestazioni di Tac e Risonanza Magnetica, né tantomeno quelle di Apa e Pac dalla struttura del Marrelli Hospital, nonostante le lunghe liste di attesa oggi presenti nell’ospedale di Crotone, che superano anche gli 8 mesi.

    E per quanto riguarda la Radioterapia neanche a parlarne ancora. Sono 49 i pazienti che ad oggi hanno iniziato il proprio trattamento di cura, un trattamento salvavita, un trattamento indispensabile, che il commissario non intende rimborsare.

    Certo così è comodo: avere un privato che cura i pazienti e non corrispondere economicamente di contro il dovuto servizio pubblico reso. Però senza battere ciglio ogni anno il Commissario Scura firma un assegno in bianco che ormai ha superato i 300milioni di euro, a ospedali e cliniche private della Lombardia e di altre regioni. Perché tutto questo?

    E’ una situazione che ci INDIGNA e che indigna in tanti nella comunità crotonese e calabrese.

    Da subito parliamo con la gente, informiamola di quanto sta accadendo nella nostra Città e nella nostra Regione. Noi difenderemo la nostra azienda. Molti difenderanno indignati una struttura sanitaria che per loro è diventata una “speranza”. Ma l’auspicio è che invece possano essere in tanti a difendere il destino della martoriata sanità in Calabria”.

     

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