Il mare nero foto

Sruggente lettera di Linda Monte ad un bambino mai arrivato

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    Caro bambino provo ad indovinare quale sia stata l’ultima immagine che hai potuto vedere prima di essere inghiottito, quale il tuo pensiero,  un urlo, chiamando forse l’unica parola che hai imparato: mamma. Anche lei però…

    Il tuo corpicino, come quelli di altri uccisi in mare o rinchiusi nelle gabbie all’altro capo del mondo, spezzano il cuore di chiunque umano o forse no, solo una minoranza? Mentre tu affogavi, sulla terraferma italiana si consumava, si consuma e non da ora, una commedia tragica ed in piena legalità. L’elite (si scrive così?) perfida e rancorosa che siede nei palazzi del potere sparge a piene mani odio, sospetti, bisogno di ordine di fronte ai popoli in cerca di vita.

    Tu l’Italia non hai avuto il tempo di vederla neanche in cartolina, come dice il bullo statista (non oso neanche scrivere il suo nome), così come l’altro statista suo alleato, occupato solo a compiacere la sua famiglia, i suoi compaesani e forse qualche fascia di elettori. Vedete, io sono colui che cambierà il paese… Mantra ripetuto dai tanti eletti in ogni dove. Mi sarebbe piaciuto che al tuo arrivo sulla terraferma i tanti generosi volontari, ti avessero accolto con una bella fetta di pane e nutella.

    Tu non puoi saperlo, ma è un prodotto realizzato anche con i frutti (il cacao) della tua terra, l’Africa, non puoi neanche sapere che i telefonini  funzionano grazie ad un minerale giacente nella tua grande Africa. Così tanto altro. Ma allora perché eri povero?

    Tentare una spiegazione sarebbe riduttivo, fuorviante ed in tanti sono impegnati in tutto il mondo, bianchi e neri a  cercare di arginare le ingiustizie. Tu  non puoi saperlo piccola creatura, anch’io sono tra quelli che soffrono per lo sradicamento di interi popoli, ma udire delle frasi inanerrabili da uomini eletti quasi a maggioranza da milioni di italiani, mi lascia senza respiro. Così come il silenzio di quegli eletti, anche di casa nostra, impegnati nella difesa nella propria “sovranità culturale”, mentre dovrebbero rovesciare i tavoli dove si decide che vive e chi no.

    Tu non puoi saperlo bambino, così come lungo il tempo della mia vita, sono stata – almeno ci ho provato – sempre dalla parte dei più piccoli. Senza sostegni o titoli di sorta, così come deve essere. Ho difeso e lo farò ancora, la città, i luoghi destinati a tutti i bambini. Ma anche cercando di proteggere i beni storici, con monitoraggi, sorveglianza, si può dire quotidiana. Ma, come ben sappiamo, non sarebbe una rarità. Solo e soltanto per capire le proprie radici. Ogni volta che accarezzerò le piccole mani di un bambino, di quelli più vicini fino all’ultimo indio, africano. penserò a te ed agirò in nome tuo, se me lo permetti.

    Linda Monte

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