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L'intervento del sindacato autonomo dopo il teatrino di questa mattina in Provincia

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    Dopo la sceneggiata di questa mattina di cui abbiamo dato notizia in “Chiude la Provincia: il lucchetto e le catene di chi vorrebbe presentarsi come barricadero” (cliccaci sopra per leggerlo), arriva il contributo della Unione Sindacale di Base che, con grande piacere e condivisione, pubblichiamo:

    “Osserviamo con disgusto il teatrino politico e di complicità sindacale che si è appena consumato questa mattina nell’Ente Provincia di Crotone. Ci vengono in mente le immagini di circa qualche mese fa, quando i lavoratori della Gestione Servizi, per difendere il salario e restare arrampicati alle scivolose lastre del futuro, decidevano di alzare il livello di lotta chiudendo l’entrata d’accesso dell’Ente Provincia. Allora, non ebbero nessuna solidarietà dai dipendenti provinciali e furono subito messi a tacere dall’intervento della Digos con il conseguente ripristino delle attività di lavoro. Oggi il Presidente della Provincia, nonché Sindaco del Comune di Crotone, nonché Presidente dell’Anci regionale e, non da ultimo, Presidente regionale del Pd, esattamente di quel partito di governo che sta attuando alla lettera il programma Draghi-Trichet, imposto dalla troika europea, con politiche di macelleria sociale e di smantellamento del patrimonio pubblico italiano, vestendo i panni di paladino da talk show e di capopopolo ha deciso di mettere le catene all’entrata del portone d’ingresso dell’Ente intermedio, per dar vita a una messa in scena degna del miglior burattinaio senza fili e vergogna.

    Qualcuno un giorno dovrà dirlo che la sciagura che sta attraversando da ben 10 anni questo Paese e che si ripercuote in maniera drammatica su questo territorio periferico, producendo effetti devastanti sulla popolazione crotonese, ha i suoi mandanti e i suoi complici che oggi assurgono il ruolo di guida dei lavoratori, diciamolo pure, quest’ultimi, privi di memoria e coscienza storica. Dobbiamo dirlo una volta per tutte che all’indomani della famosa lettera (da santo pizzino) del duo Draghi-Trichet (presidente ed ex presidente della Banca centrale Europea), con la quale, caduto Berlusconi (demolizione controllata), s’inaugura il primo governo tecnico del Paese con Mario Monti, i sindacati confederali insieme a Confindustria fecero un documento congiunto che approvava in toto le disposizioni  dettate dalla Troika europea, tra cui oltre alle riforme del lavoro e dell’abbattimento dei salari e della precarizzazioni a vita del popolo italiano prevedeva l’abolizione delle Province. Le politiche economiche che da 5 anni oramai vanno avanti sul territorio italiano, che riguardano la deflazione salariale e la smantellamento del welfare statale, hanno trovato e continuano a trovare la complicità dei Governi tecnici e dei partiti di centrodestra e di centrosinistra, i quali tengono le file agli austromonetaristi  di Bruxelles. La tragedia più grande che oggi si dovrebbe raccontare ai lavoratori è che l’Europa è ricca e i popoli son lasciati a morire di fame. I dati di Banca d’Italia evidenziano a settembre  un surplus delle partita correnti pari a 33 miliardi, solo che i vincoli di bilanci, imposti dai Trattati e dal pareggio di bilancio iscritto in Costituzione (art.81), ci obbligano a non poter fare politiche fiscali espansive e quindi spesa sociale.

    Diciamo pure, siamo rinchiusi in una gabbia di matti le cui chiavi, nei territori periferici, sono state affidate a uomini di partito e di sindacato che continuano a tenere le file di questi governi collaborazionisti, nel mentre le macerie sopravanzano. Crotone sta morendo. Alla gente è stata tolta dignità e lavoro. Le aziende pubbliche  e private sono al collasso. I commercianti puzzano di fame, e i politicanti di professioni cercano di montare i teatrini per guadagnarsi spazio alle prossime elezioni. Il presente non si è mai emancipato dal passato, ma si fa finta di non saperlo. Perché il passato che guida il nostro presente è maldestramente rimosso. Il Paese è indignato, certo, ma il paese non è nato oggi. La gente è arrabbiata, ma la gente non è nata oggi. Tutti sono indignati e arrabbiati nei confronti di qualcun altro, nessuno è arrabbiato o indignato nei propri confronti. Nessuno tra i lavoratori che lottano a difesa del salario e di un posto di lavoro pensa che la vera tragedia “siamo noi stessi” che non abbiamo memoria e coscienza storica, per poter portare avanti con ferocia e determinazione una lotta.”

                                                                                 USB Crotone

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