Scandale: consiglio comunale sulla situazione Soakro

Urge una soluzione concreta

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    Riceviamo e pubblichiamo

    Oggi si sarebbero dovute conoscere le sorti della SOAKRO. Il tribunale di Crotone avrebbe dovuto decretare o meno il fallimento della società, e i comuni al momento non pare che abbiano trovato una soluzione concreta e unitaria in merito alla vicenda. In questi ultimi mesi la proposta per la costituzione di un Consorzio fra comuni è venuta dall’avv. Giovanni Scordamaglia, presidente della stessa società, il quale è dedito a 360 gradi per la salvezza dell’azienda e per la nascita di un soggetto giuridico che possa risolvere la problematica concernente il servizio idrico crotonese.

    Scordamaglia, da dirigente in pochi mesi, ha dimostrato serietà ed efficienza, impegnato su tutti i fronti, a livello amministrativo, organizzativo e finanche operativo come un vero e proprio dipendente esemplare.
    La sezione fallimentare del Tribunale di Crotone Il 18 novembre 2015, si è riunita in camera di consiglio, dopo aver ascoltato i sindaci e i vertici della società pubblica per conoscere la volontà dei soci. Emergono le preoccupazioni e nasce spontanea la domanda: come faranno all’indomani della dichiarazione di fallimento della Soakro, gli enti a far fronte alla situazione?

    L’ipotesi messa in campo dal presidente Scordamaglia riguardante la costituzione del Consorzio è funzionale ad arginare i rischi di preoccupazioni circa le potenziali conseguenze. L’idea, pur essendo stata accolta favorevolmente dalla gran parte dei sindaci, compreso il sottoscritto, trova delle difficoltà operative. D’altra parte alcune perplessità dal punto di vista legale esistono. Tuttavia i vari incontri dei sindaci tenutisi nell’antica Torre di Melissa hanno determinato l’impegno che ciascuno avrebbe dovuto convocare i consigli comunali con lo scopo di deliberare l’adesione del nuovo soggetto in vista dell’udienza che si è tenuta il 18 novembre nelle aule del Tribunale di Crotone. Ad oggi, però, eccezion fatta per qualche comune, nessuno ha deliberato. Sarà perché gli stessi giudici non vedono il Consorzio come strumento per le risoluzioni dei Problemi lasciati dalla SOAKRO. Che fine faranno i dipendenti? Chi pagherà i creditori? Praticamente il Consorzio, pur nascendo tutte le buone intenzioni, senza un approfondito piano industriale, partirebbe dal nulla, con serie difficoltà. Alle calcagna si ritroverebbero sempre gli annosi problemi della vecchia società.

    Il 26 novembre 2015 il comune di Scandale ha convocato il consiglio comunale per discutere della situazione SOAKRO. Una semplice discussione, molto pacata tra maggioranza e opposizione; presenti solo due dipendenti della SOAKRO e, come al solito, nessun cittadino – a Scandale il consesso comunale non interessa a nessuno, poi, a decisioni prese, tutti saranno pronti a giudicare.

    Bisogna dare un’immediata risposta e trovare subito una soluzione concreta per il servizio idrico e fognario. Bisogna trovare soluzioni concrete e non campate in aria! 
    La nascita del Consorzio è una ragione in più per andare avanti e l’amministrazione comunale di Scandale è d’accordo ad aderire, ma in tutto questo bisogna che ci sia il beneplacito della regione Calabria. Ed in effetti solo unite le istituzioni possono garantire il servizio in maniera efficiente, salvando anche i posti di lavori di tanti padri di famiglia. Tuttavia l’azienda SOAKRO nel suo bilancio, alla voce “spese del personale” riferisce un ammontare di 4 milioni di euro: una grossa cifra che i comuni non potranno più sopportare, e che deve essere drasticamente ridotta, tanto più che le nuove normative della Jobs Act consentiranno un buon risparmio.

    L’altra alternativa è la gestione autonoma: se non ci fossero le adesioni necessarie per la costituzione del Consorzio, il servizio ritornerebbe al comune. Forse quest’ultima soluzione piace alla gran parte dei cittadini, però bisogna tenere in considerazione il fatto che il comune andrebbe ad assorbire grandi problemi, non tanto dal punto di vista della distribuzione idrica, che comunque sarebbe in grado di gestire, bensì dal punto di vista della manutenzione, del controllo degli impianti vecchi e della linea fatiscente. I costi sarebbero notevoli ed una mancata efficienza nella gestione significherebbe incapacità di provvedere ad arginare principalmente problemi di natura igienico-sanitaria.

     

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