Sanzioni per i padroni di cani maleducati, un cittadino:

La riflessione di un nostro lettore profondamente rammaricato per la condizione di abbandono in cui la classe politica ha gettato la città pitagorica

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    Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di un nostro lettore sulla condizione in cui versa la città pitagorica

    In una cittadina degna di esser definita tale è consuetudine attraversare le vie principali, il lungomare e i parchi per svagarsi o praticare attività sportiva.

    A Crotone, invece, ciò che accade è veramente assurdo: ogni angolo della città è cosparso di escrementi di cane. Già dalle prime ore del mattino ci ritroviamo davanti  questo spettacolo nauseabondo, che fra l’altro spesso si consuma sotto lo sguardo menefreghista degli stessi padroni dei cani.

    Sono dedito a lunghe passeggiate e quotidianamente sono costretto a  fare lo slalom tra le feci depositate sui marciapiedi. Non posso neanche richiamare questi signori ben poco educati che rischio di azzuffarmi perché pretendono pure di avere ragione. Addirittura, a volte, vedo gente con al seguito tre o quattro cani lasciati indisturbati a fare i bisogni nelle aiuole nei pressi del Palamilone. Spesso sotto l’occhio, forse volutamente poco guardingo, dei Vigili Urbani. L’ennesima dimostrazione che il senso civico latita in una città ove molti agiscono ignorando qualsiasi regola. E allora una domanda sorge spontanea: perché in quasi tutta Italia sono previste sanzioni per i padroni indisciplinati e qui l’amministrazione comunale se ne infischia, lasciandoci invasi dalle feci canine? Oltre che dal mare inquinato,  dai rifiuti tossici, dalle scuola fatiscenti. 

    Profondamente rammaricato per la condizione di abbandono in cui la classe politica governante ha gettato la città di Pitagora, antico splendore della Magna Graecia, in prossimità delle elezioni amministrative, non mi resta che sperare nei buoni propositi di un eventuale candidato a sindaco pronto a governare con serietà e dedizione per attivare la rinascita socio-culturale della città, e non per interessi personali.

    Paolo Cantafio

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