Omicidio Vona: arrestati i mandanti

Nel 2012, i due fratelli Vona furono raggiunti da tre sicari in località Marrate di Petilia

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    Nel pomeriggio dello scorso martedì, i militari del Nucleo Operativo di Petilia Policastro, in collaborazione con i Comandi di Polizia penitenziaria competenti, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta dalla DDA di Catanzaro ed emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, a carico di MAURO Mario cl. 58, CASTAGNINO Giovanni cl. 59, GAROFALO Francesco cl. 76, tutti di Petilia Policastro e di MANFREDA Pasquale cl. 66, di Mesoraca, tutti pregiudicati, gli ultimi tre già detenuti per altra causa, per l’omicidio di VONA Valentino e per il tentato omicidio del fratello Giuseppe, reati aggravati dal metodo mafioso e con la finalità di favorire la cosca MANFREDA di Petilia Policastro.

    Era l’aprile del 2012 quando i due fratelli, mentre si trovavano in loc. Marrate di Petilia intenti a tagliare della legna, furono raggiunti da tre sicari, col volto travisato ed armati di fucili e pistole, furono fatti segno da colpi d’arma da fuoco. VONA Valentino veniva attinto alle gambe ed all’addome, e poi veniva finito con un colpo alla testa, mentre il fratello Giuseppe, vero obiettivo dei killer, riuscì a darsi alla fuga scampando così da morte certa. In particolare, VONA Giuseppe, così come emerso dalle indagini, veniva accusato dai suoi aguzzini di essere il materiale esecutore dell’omicidio di MANFREDA Vincenzo (fratello di Pasquale e cognato di MAURO Mario, destinatari della misura), verificatosi circa un mese prima dell’attentato omicidiario contro la sua persone.

    Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo di Petilia, a partire da aprile e fino al successivo mese di agosto, culminarono con l’operazione “impluvium” che portò alle sbarre, perché destinarie di un fermo di indiziato di delitto emesso dalla DDA di Catanzaro, 6 persone, tutte, a vario titolo, accusati di essere i materiali esecutori del barbaro omicidio. In particolare, i destinari dell’odierna misura, vennero indagati a piede libero e vennero assolti in I grado (mentre gli altri vennero tutti condannati). Successivamente, però, proprio grazie alla collaborazione di uno degli esecutori materiali, furono riscontrate le indagini poste in essere dagli investigatori tanto che, lo scorso novembre, anche gli ultimi 4 furono condannati alla pena di 30 di reclusione, perché riconosciuti essere i mandanti di quell’omicidio, che s’inquadrava, di fatto, quale predominio territoriale della cosca petilina, capeggiata proprio da MANFREDA Vincenzo (infatti, tutti i soggetti coinvolti nell’omicidio del VONA, a seguito dell’operazione tabula rasa condotta sempre dal NORM di Petilia, sono stati già condannati in I grado per associazione mafiosa).

    A distanza di tempo, d in attesa che la condanna passi in giudicato, atteso che il MAURO, come si diceva prima, detenuto per altra causa, tornava in libertà proprio la settimana scorsa, e tenuto conto delle esigenze cautelari ancora esistenti, relative soprattutto ad un concreto pericolo che il MAURO potesse darsi alla latitanza, l’organo giudiziario, attivato dalla DDA catanzarese, provvedeva nell’immediatezza ad emettere una misura coercitiva nei suoi confronti.

     

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