Il CSI di Crotone utilizzato dalla Regione per compensare il deficit degli altri territori

La denuncia dei DemoKratici per sollecitare il blocco dell'ennesimo disastro annunciato

Più informazioni su


    Riceviamo e pubblichiamo:

    “Una ulteriore grave criticità per il futuro di Crotone e del suo territorio è stata realizzata, nel generale disinteresse e nella più totale indifferenza di quanti dovrebbero seguire, a vario titolo, le vicende della “cosa pubblica”.

    La Regione Calabria il 29 giugno 2016 ha dato avvio, con apposito decreto, al processo di accorpamento delle ASI calabresi, così per come era stato disposto e legiferato con la Legge n. 24 del 2013.

    La normativa prevedeva il riordino dei consorzi industriali provinciali come un processo di incorporazione per fusione; in realtà stravolge la natura e la struttura dei CSI, cancellando le assemblee e sacrificando tout court le partecipazioni degli enti pubblici e le quote dei privati, senza alcuna forma di regolamentazione.

    È un provvedimento che, al di là delle clamorose antinomie giuridiche, provoca effetti disastrosi per il territorio crotonese, ancora una volta privato di una sua risorsa e mortificato nella propria autonomia.

    Il nuovo Ente, il CORAP, è sorto senza alcuna programmazione finanziaria da parte della Regione e senza una preventiva definizione di obiettivi e funzioni.

    È, di fatto, una “sommatoria” realizzata alla rinfusa di enti che come il consorzio provinciale di Crotone, erogano pubblici servizi, e promuovono ulteriori attività, sempre ottemperando equilibri di bilancio, ed altre strutture finanziariamente deficitarie prive delle più comuni regole di sana amministrazione.

    La conseguenza più immediata è che il CSI di Crotone viene accorpato ed utilizzato al solo scopo di compensare i deficit finanziari prodotti da altri territori.

    In questa sede non si vuole certamente “accendere” una rivendicazione di carattere localistico.

    Riconosciamo pienamente la necessità di un più stretto raccordo istituzionale tra la regione e gli enti industriali ma la stessa avrebbe potuto essere esaudita, mantenendo e preservando le specificità dei territori stessi.

    Nel caso del CSI di Crotone, è notorio come esso costituisca un punto di riferimento in quanto ente erogatore di servizi indifferibili come:

    trattamento dei rifiuti liquidi di terzi e dei reflui provenienti dalla falda acquifera oggetto di interventi di bonifica del sito ex Pertusola;

    trattamento reflui prodotti dall’ agglomerato industriale;

    trattamento dei reflui civili provenienti dall’ area nord della città.

    Le finalità di riordino non possono giustificare la soppressione di un ente virtuoso e fondamentale per il territorio come il CSI di Crotone, la qui funzione sarà ancora più determinante e decisiva nella vicenda BONIFICA. Ed è ancora più paradossale ritenere di dare corso e corpo al “MASTERPLAN” messo in campo dal governo nazionale per le regioni del sud, demolendo, proprio qui in Calabria gli strumenti più atti alla stessa realizzazione del “ MASTERPLAN”.

    Verrebbe da dire e da pensare che i governanti regionali siano stati colti da una crisi autolesionistica o più banalmente che rispetto ad essi Penelope era una smarrita dilettante.

    È il caso che tutte le rappresentanze istituzionali del territorio, le associazioni economiche e le forze sindacali facciano pesantemente sentire la propria voce per provare a bloccare l’ ennesimo disastro annunciato.”

     

    SEGRETERIA

    I DemoKRatici

    Più informazioni su