L’incesto evitato dal Festival dell’Aurora!

Primo giro di boa dopo il cinema di Calopresti ed i concerti di Morgan ed Eman, godremo degli Avion Travel in attesa di Francesco Pupa nelle vesti di Pericle.

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    Era oggettivamente complicato dopo la magia dell’amore puro per e del concerto di Sergio Cammariere (clicca su Sergio Cammariere entusiasta ed entusiasma Capo Colonna! per rileggere).

    Ma è subito arrivata la scommessa del cinema all’aperto: la retrospettiva su quattro film del calabrese Calopresti, più volte protagonista dei red carpet di Venezia e Cannes, ha avuto un successo di pubblico e critica davvero speciali per una piazza come quella dei Marinai d’Italia crotonese…

    A partire da L’abbuffata con le musiche curate proprio dal Sergio (di tutti) crotonese, si instaura subito un rapporto da sveltina mistica e, dunque, intensa col pubblico agostano della città più vorace e sessuofoba della Magna Grecia. Con il successivo e “miliare” Preferisco il rumore del mare si sancisce che anche qua, oseremmo dire proprio da qua, la cultura mangia e gode senza la necessità di usare pornografia né, tanto meno, fame!

    Calopresti e Franco Eco, prima assieme proprio a Cammariere, ed il giorno dopo accompagnati da Carlo Gallo che nel primo film proiettato (Uno per tutti) ha il ruolo del papà del treesomista Saro da bimbo, commentano ed introducono i film in programma: il sipario è quello conseguente ad un rapporto, mai omosessuale, con e fra artisti di Calabria, anche perchè c’è pure l’altra attrice cosentina, Rita De Donato, presente nello stesso film.

    E’ certamente la memoria del Carlo Gallo Bollaresco ad impreziosire una performance quasi scontata quanto deludente può essere solo la risultanza della ricerca affannata dei ricordi di una sveltina… Arriva, per fortuna, il momento della sigaretta (o della cioccolata per i virtuosi): la visione de La Fabbrica Fantasma (dal sottotitolo “Verità sulla mia bambola”) che è molto più interessante di un anno intero di servizi mastdisturbatori del Tg1!

    Dalla due giorni del cinema, arriva così un Festival dell’Aurora pregno di verità e sogno; l’ansia da prestazione, controindicazione tipicamente caloprestiana di calabresi memorie, è catartica e mai conflittuale con la seduzione di ricostruzioni di un mondo che, ai sud del mondo, è solo più atroce e, pure, a più portata di mano. Potremmo dire che proprio il Teatro della Maruca dei fratelli Gallo potrebbe far scoprire a Calopresti il perchè ed il per come Pasolini girò “Il vangelo secondo Matteo” a Crotone… (bella la sua idea di lavorare ad un progetto del genere).

    Potremmo dire che i modernissimi monologhi di Francesco Pupa farebbero paio con crudeltà, ignoranza e decaditudine così sfrontatamente innalzati a patrimonio e non più semplice conseguenza di disagio sociale ed economico.

    Ma lo diciamo, e così non ci accorgiamo quasi (e colpevolmente) del concerto di Morgan e pure di quello di Eman; questo festival si avvia, così, agli Avion Travel (il 26 la data da non perdere a Capo Colonna), alla letteratura (con lo spin off “Jalò”), alla musica colta (del sempre presente Campana) ed al Pericle indossato nelle vesti shakesperiane proprio da Francesco Pupa (e saremo già al 29 settembre alla Villa Comunale). Non vediamo l’ora di arrivare proprio làddove (ed Oltre) saggezza e stanchezza fanno incontrare l’amore di padre e figlia senza sapere di esserlo… Potremo certo raccontare quelle che lo stesso Franco Eco racconta essere le vere politiche culturali del territorio volute da questa XVII edizione dell’Aurora; e mai più nulla di così onirico quanto la digestione del nostro patrimonio culturale potrà far godere fauci e genitali asfittici!

    Procolo Guida

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