Inizio d’anno scolastico in differita per molti docenti calabresi assunti con la buona (?) scuola

Lo comunica formalmente anche l’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria

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    Riceviamo e pubblichiamo:

    Considerato il protrarsi di molte delle operazioni di mobilità del personale docente (esiti dei tentativi di conciliazione, assegnazioni provvisorie , sistemazione del personale in esubero a livello nazionale) che si concluderanno entro il 15 settembre, tutti i docenti che non sono titolari di sede, dovranno assumere servizio il 1 settembre nella scuola dove erano stati assegnati nella provincia di titolarità nell’anno scolastico 2015/16”.

    Questa la soluzione incredibile trovata dal Direttore USR Calabria per arginare il caos d’inizio anno scolastico dovuto agli effetti deleteri della legge 107/2015, praticamente dichiara che al 31 agosto per alcuni docenti destinati agli ambiti calabresi non sarà possibile conoscere la scuola in cui lavoreranno, grazie al nuovo sistema di titolarità su ambito e non su scuola, e quindi dovranno effettuare la rituale presa di servizio nella scuola in cui hanno lavorato l’anno precedente. Infatti la caotica mobilità straordinaria prevista per quest’anno ha riguardato in prima battuta i trasferimenti interprovinciali e gli esuberi del personale di vecchio ruolo, poi i neo assunti fase a, b, c.

    Nel calderone degli incarichi ci sono anche entrati in differita i posti riservati al concorso, alcuni dei quali assegnati, altri no per l’elevato numero dei bocciati. Inoltre a 20 giorni dall’ultima data di inizio delle lezioni secondo il calendario scolastico delle varie regioni, i docenti trasferiti d’ufficio che hanno chiesto assegnazione provvisoria potrebbero essere assegnati a diversa sede.

    Se a tutto ciò aggiungiamo i numerosissimi ricorsi per gli errori infiniti commessi dal MIUR , solo in infinitesima parte sanati con le conciliazioni (Tentativi di conciliazione: 2600 istanze accolte su 17500 movimenti effettuati.), visto che queste non sono state concesse a tutti e perlopiù hanno comportato solo uno spostamento di pochi km dalla sede erroneamente assegnata, il quadro dell’inizio anno è sufficientemente drammatico da non lasciare ben sperare ad alunni e famiglie.

    Ad un anno dall’introduzione della Buona (pessima) Scuola, i fatti e i dati smentiscono palesemente la lezioncina alla lavagna fatta dal Premier Renzi che elencava, tra i vari vantaggi della riforma, la continuità didattica: il precariato triennale esteso a tutti i docenti diventa nella mistificazione propagandistica, infatti, continuità didattica.

    Già dallo scorso anno tutti i cittadini possono toccare con mano gli effetti di tale continuità nell’avvicendarsi inedito per la scuola italiana di docenti sulle cattedre della scuola pubblica.

    Questi i casi a cui un Ministro dovrebbe dare risposte o dimettersi, ma gli uffici periferici di viale Trastevere prendono decisioni autonome e difformi nelle varie regioni, senza un coordinamento nazionale, evidenziando l’assenza di soluzioni da parte del governo a problemi da esso stesso creati, che finiranno prima o poi per smantellare il sistema di istruzione.

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