A scuola con Gioacchino

"A scuola si impara a vivere anche attraverso l’esempio di grandi uomini"

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    È facile scadere nella retorica quando si discorre di argomenti sublimi come il genio di Gioacchino da Fiore. “Un ciclone’’ lo ha definito Riccardo Succurro, trovando riscontro negli alunni della IV B dell’istituto Alfonso Lucifero di Crotone coinvolti nel progetto “A scuola con Gioacchino’’ uscendone arricchiti, consapevoli del fatto che a scuola si impara a vivere anche attraverso l’esempio di grandi uomini. Partecipazione fortemente voluta dal Dirigente scolastico Girolamo Arcuri al fine di diffondere la conoscenza e stimolare la curiosità intorno all’affascinante figura dell’illustre conterraneo. L’evento conclusivo del progetto si è svolto nei giorni scorsi su iniziativa della scuola capofila della rete, l’Isituto Mattia Preti di Catanzaro presso l’Auditorium Casalinuovo. Un’iniziativa che ha fatto conoscere da vicino agli studenti la cultura del popolo calabrese, la sua identità, la sua sostanza, le sue radici profonde che il degrado, i disvalori e la prosaicità della realtà contemporanea hanno solo occultato sotto un sottile sedimento di polvere.

    Fulcro del progetto la figura affascinante di Gioacchino da Fiore, veicolata da ottimi interpreti, lo studioso Riccardo Succurro, il filosofo Massimo IIritano, lo storico Antonello Savaglio. Ciascuno di loro ha arricchito la conoscenza di Gioacchino da Fiore comunicandola con un linguaggio fruibile alla giovane platea, con l’encomiabile intento di parlare direttamente al suo cuore e alla sua intelligenza, di testimoniare e coinvolgere.

    Gli alunni del Lucifero hanno incentrato il loro studio sul parallelismo dei due termini “fiore e luce”. Sono stati catturati dai versi della Divina Commedia “Lucemi dallato il calavrese abate Giovacchino di spirito profetico dotato”, due fiori, due luci: Gioacchino e Dante, due spiriti eletti che hanno reso la cultura italiana antesignana dei grandi principi e valori cui si è ispirata la filosofia europea di tutte le epoche, grazie alla loro modernità, ma anche a un’apertura mentale che anticipa i tempi. Il loro pensiero rivoluzionario, ma non eversivo, la loro criticità divergente, la fede devota, la fantasia li rendono degni del tributo e rendono fieri di essere calabresi e italiani. Quello che ha colpito di più gli studenti è l’interesse per la situazione italiana in quanto entrambi, in un momento storico di dissoluzione dell’unità della penisola, di campanilismi, hanno invece immaginato un’Italia unita.

    Profonda la conclusione degli studenti del Lucifero: “Ci vogliamo credere in questo messaggio di speranza, ci auguriamo che si realizzi. E se ci è consentito un altro moto di entusiasmo per ciò che la scuola fa ogni giorno per i suoi giovani: non c’è miglior viatico per le nostre generazioni in erba che iniziarli ai valori trascendenti della cultura e della storia di cui il nostro territorio è scrigno segreto e geloso, ma del quale i suoi abitanti non hanno spesso contezza, forse a causa della loro natura fiera e nello stesso tempo parca e aliena dall’autocelebrazione”.

     

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