Si può morire anche di Domenica (Video)

Ancora un volta il "pronto soccorso" di Crotone ha dovuto far fronte a numerosissime emergenze.

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    Non si può pensare che una persona possa star male dal lunedì al venerdì. Questo è il paradosso che sembra emergere dopo un weekend all’insegna dell’emergenza, che ancora una volta mette in luce i giganteschi buchi organizzativi ed operativi del nostro proto soccorso.
    Riepiloghiamo i fatti: nella notte tra sabato 19 e Domenica 20, il pronto soccorso dell’ospedale di Crotone, ha dovuto far fronte a numerosi “codici rossi“.
    La gestione del triage in un normalissimo ospedale italiano sarebbe stato gestita, anche con tutte le problematiche del caso, in maniera più o meno normale; non in Calabria e soprattutto non a Crotone, dove ancora una volta, lo scarsità di personale, messo a disposizione dalla Regione Calabria, per il nostro territorio, ha dovuto rapportarsi con una situazione di emergenza non più gestibile.
    Non parliamo solamente delle famose stragi del sabato sera, ma anche di situazione che dovrebbero essere la “normale amministrazione”.

    Sappiamo benissimo che la colpa, non è ascrivibile ai medici presenti, durante il loro turno, ma bensì alla Regione Calabria, che oramai da diverso tempo, non permette di usufruire, delle centinaia di operatori sanitari, richiesti dalla stessa struttura ospedaliera; ad oggi infatti, la Regione pare abbia consesso solo l’assunzione di sole quattro figure, portando, contemporaneamente, alla diminuzione netta di alcuni servizi o alla chiusura di interi reparti. Inoltre, pare sia stata eliminata anche, la Guardia attiva notturna e festiva, e gli stessi medici dovrebbero essere “chiamati” solo per urgenze di un certo rilievo, escludendo, cosi, casi in cui il soggetto, non sia in reale pericolo di vita.
    Tutto questo per rientrare in un budget, che oramai sembra essere stato portato all’osso.
    C’è da ricordare, anche, che il problema non tocca solo la nostra città, ma investe anche tutta la provincia, dove sono sempre meno le guardie mediche aperte.

    Quali sono le dinamiche che portano oggi la Regione Calabria, a dei tagli, cosi netti nei confronti della “sanità” crotonese? Noi speriamo non sia questo l’inizio di un movimento, che possa portare alla chiusura o semi, del nostro ospedale; soprattutto in un territorio che non propone alternative di nessun tipo.
    Le domande sarebbero tante, ma le soluzioni?

     

    di Rosanna Bartolillo

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