Gaspare da Brescia: Crotone “Porta della Libertà”

Una splendida chiacchierata con l’artista Crotonese che brama per la nostra terra una rinascita culturale.


Ci siamo chiesti il perché un’artista a tutto tondo come il Maestro Gaspare da Brescia avesse lasciato la sua città mentre sembrava esplosa a Crotone la voglia di arte e di cultura, e la risposta è arrivata direttamente da lui, lo abbiamo contattato e gentilmente ci ha rilasciato un’intervista che, speriamo, sia solo l’inizio di una meravigliosa avventura insieme.

Un fiume in piena Gaspare, che ci ha raccontato di sette mesi crotonesi in cui ha cercato di istituire una vera e propria scuola d’arte a Crotone, non limitandosi allo stretto significato della parola,  intendendola invece come spazio di libertà culturale dove potersi relazionare.

A proprie spese apre una bottega nel cuore di Crotone, compra i materiali e inizia a lavorare a diversi progetti, una risposta ad una “città in mano a frustrazioni e malgoverno” , una risposta a giovani artisti che domandano cultura e spazio ma che fino a quel momento non avevano ricevuto alcun invito e alcuna proposta.  La partecipazione della cittadinanza è stata pressoché immediata, sono centinaia le persone e i giovani che entrano nella bottega del Maestro Gaspare per vedere cosa bolle in pentola, per respirare aria di cultura e di sapere.  Il lavoro che più di tutti ha attirato l’attenzione dei crotonesi è la grandissima statua del Pytagoras, quasi tre metri di opera adesso nel laboratorio della residenza di Gaspare in Sardegna.

Gaspare cerca di mettere in piedi un protocollo che possa far interagire tre figure fondamentali del progetto, Impresa-Territorio-Istituzioni. La processione di politici e promesse è stata costante in tutto il periodo ma non ha prodotto altro che false speranze. Senza distinzioni e colori politici le promesse d’impegno sono piovute copiose, ma sono solo rimaste tali. Dopo sette mesi di spese e di investimenti Il maestro Crotonese non può più continuare a lavorare senza il giusto sostegno ed è costretto a tornare nella sua residenza Sarda dove continua a portare avanti il suo progetto, sia quello del Pytagoras sia quello più ampio di una vera rivoluzione culturale. 

“Pitagora avrebbe aperto le porte d’Europa a Crotone” il progetto prevedeva (e prevede ancora) di riportare alla ribalta europea le maestranze della metallurgia crotonese, realizzando la fusione dell’opera qui in città, rivalorizzando quella che da sempre è stata una vocazione artistica di Crotone. 

“La cultura non la fa la politica ma il territorio”  il chiodo fisso di Gaspare è  riprendere il laboratorio culturale crotonese al più presto ma da soli non si può realizzare,  troverà nella nostra testata giornalistica una spalla valida in uno spazio che dedicheremo interamente a lui e al canale che vuole riaprire con la SUA/NOSTRA città, le Istituzioni però DEVONO fare la loro parte fornendo spazi e tempi perché la cosa si possa realizzare.

“Crotone è conosciuta in tutto il mondo oppresso  come Porta della Libertà. Le popolazioni che si imbarcano dal Nord Africa, che affrontano viaggi allucinanti magari dall’Etiopia attraverso il deserto e poi il mare aperto, conoscono e sperano di arrivare a Crotone di cui hanno sentito parlare come l’unica strada per essere liberi. Non ci occupiamo dei profughi se non per quello che ci gira intorno economicamente, ma tra di loro ci sono i futuri premi Nobel, ci sono poeti e artisti che hanno storie magnifiche da raccontare. Ho avuto il piacere – continua Gaspare – di avere nel mio laboratorio quattro di loro a lavorare con me. Uno veniva da Bagdad e mi ha raccontato della sosta culturale di Pitagora in Babilonia, ecco ora io sto lavorando ad un Pitagora che sia anche Babilonese”.

“Sono andato via da Crotone con l’amore, l’affetto e il rispetto che la cittadinanza e il territorio mi hanno riservato, la politica deve smettere di torturarci e deve realizzare il desiderio inespresso di cultura che c’è in città”.

Vuole tornare a lavorare qui Gaspare da Brescia, conclude la nostra intervista con due pensieri, il primo che riportiamo così come ce l’ha riferito:  “Bisogna lavorare per un progetto comune sulla rinascita culturale di questa città, avendo coscienza di ciò che siamo e di ciò che sappiamo fare” e il secondo  citando e chiedendomi  di riportarla così come facciamo qui di seguito, una poesia profetica di Pier Paolo Pasolini.

Apriremo a brevissimo una rubrica interamente dedicata al maestro Gaspare da Brescia e al progetto culturale che per ora sarà solo online ma che presto potrebbe diventare una realtà viva e palpitante nella nostra città, NOI CI CREDIAMO!

Fabrizio Carbone

 

Alì dagli Occhi Azzurri


                                  uno dei tanti figli di figli,
                                  scenderà da Algeri, su navi
                                  a vela e a remi. Saranno
                                  con lui migliaia di uomini
                                  coi corpicini e gli occhi
                                  di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
                                  Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
                                  a milioni, vestiti di stracci,
                                  asiatici, e di camice americane.
                                  Subito i Calabresi diranno,
                                  come malandrini a malandrini:
                                 “Ecco i vecchi fratelli,
                                  coi figli e il pane e formaggio!”
                                  Da Crotone o Palmi saliranno
                                  a Napoli, e da lì a Barcellona,
                                  a Salonicco e a Marsiglia,
                                  nelle Città della Malavita.
                                  Anime e angeli, topi e pidocchi,
                                  col germe della Storia Antica,
                                  voleranno davanti alle willaye.

                                  Essi sempre umili
                                  Essi sempre deboli
                                  essi sempre timidi
                                  essi sempre infimi
                                  essi sempre colpevoli
                                  essi sempre sudditi
                                  essi sempre piccoli,
essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare,
essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi
in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo,
                                 essi che si costruirono
                                 leggi fuori dalla legge,
                                 essi che si adattarono
                                 a un mondo sotto il mondo
                                 essi che credettero
                                 in un Dio servo di Dio,
                                 essi che cantavano
                                 ai massacri dei re,
                                 essi che ballavano
                                 alle guerre borghesi,
                                 essi che pregavano
                                 alle lotte operaie…


                            … deponendo l’onestà
                                delle religioni contadine,
                                dimenticando l’onore
                                della malavita,
                                tradendo il candore
                                dei popoli barbari,
                                dietro ai loro Alì
dagli occhi azzurri – usciranno da sotto la terra per uccidere —
usciranno dal fondo del mare per aggredire — scenderanno
dall’alto del cielo per derubare — e prima di giungere a Parigi
                                per insegnare la gioia di vivere,
                                prima di giungere a Londra
                                per insegnare ad essere liberi,
                                prima di giungere a New York,
                                per insegnare come si è fratelli
                                — distruggeranno Roma
                                e sulle sue rovine
                                deporranno il germe
                                della Storia Antica.
                                Poi col Papa e ogni sacramento
                                andranno su come zingari
                                verso nord-ovest
                                con le bandiere rosse
                                di Trotzky al vento…

Pier Paolo Pasolini