Rita Rosani, bella maestrina ebrea di Trieste, morì subito dopo aver coperto la fuga dei 15 compagni partigiani, di fronte a 130 tra repubblichini e nazisti. La sua storia venne allo scoperto dopo il ritrovamento di molte lettere conservate da un internato in un campo di concentramento in Calabria . L’eroica ragazza fu insignita della medaglia d’oro al valor militare. Franco Cesana tredici anni, orfano ebreo , ebbe la medaglia di bronzo . E’ stato il più giovane partigiano italiano. Per il suo fisico eccezionalmente vigoroso, riuscì a far credere di avere diciotto anni ed ebbe il compito di fare la staffetta portaordini. E proprio in una di queste azioni, cadde sull’Appennino modenese . Sono alcune delle poco conosciute storie di impegno e in qualche caso di eroismo degli ebrei italiani – alcuni dei quali comandanti di reparti partigiani-scampati alle deportazioni che non si sono arresi e hanno imbracciato il fucile per la liberta del’Italia dal nazifascismo. Come il 25 aprile del 1945 quando sulle strade del nostro paese sfilavano nelle uniformi inglesi con lo stemma azzurro bianco azzurro e la Stella di David, i soldati della Brigata Ebraica. Certo la ricordano a Imola, teatro di uno dei pochi assalti frontali alla baionetta di tutto il fronte italiano, ma anche a Ravenna dove nel cimitero di Piangipane riposano i caduti della Brigata che scelsero di arruolarsi per liberare l’Europa. La Brigata, già nel 1944 comandata dal generale Ernest Frank Benjamin, inquadrata nell’VIII Armata britannica, contava circa cinquemila uomini provenienti dai territori dell’attuale Stato d’Israele, dal Sudafrica, dal Canada dall’Australia e dai sopravvissuti alle persecuzioni in Polonia e in Russia. Dopo l’addestramento ad Alessandria d’Egitto i reparti della Jewish infantry group nei qual confluirono numerose donne, furono trasferiti a Taranto per essere integrati nell’Armata inglese che risaliva al Nord. La Brigata fu protagonista con il Gruppo di combattimento Friuli dello sfondamento della Linea Gotica nella Valle del Senio, e combatté a Imola, Ravenna, Bologna.
Rolando Belvedere
Presidente sezione calabrese
Associazione nazionale libero pensiero Giordano Bruno