Rivede la luce la stele funeraria ebraica

Decisiva per la sua riesumazione, è stata Antonella Cucciniello, assieme a Salvatore Patania e con la collaborazione di Gregorio Aversa.

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Riceviamo e Pubblichiamo:

Dopo quasi 70 anni vede la luce.

Tolta dall’oblio del deposito di reperti del museo archeologico di Crotone, la stele funeraria ebraica risalente al XV secolo e trovata nel 1954 a Strongoli, paese limitrofo alla città pitagorica.

Il manufatto in buono stato di conservazione, misura circa 50×40 cm.

Successivamente al ritrovamento venne catalogata e lasciata per decenni nel deposito, con altri reperti senza essere mai esposta al pubblico:

Decisiva per la sua riesumazione è stata Antonella Cucciniello direttrice regionale dei musei calabresi, del segretario  regionale del MBCT Salvatore Patania e la collaborazione di Gregorio Aversa direttore del museo archeologico di Crotone “, precisa Roque Pugliese – chirurgo d’urgenza, ma anche impegnato a coltivare la memoria con la raccolta di documenti e l’individuazione di siti ebraici – delegato della Calabria per la GECE 2020 e referente per la Calabria della comunità ebraica di Napoli.

L’appuntamento con chi scrive è in un torrido pomeriggio estivo al museo archeologico.

Pugliese arriva con la sua troupe, per filmare l’evento che circolerà sul web in occasione della GECE che si aprirà il prossimo 6 settembre.

Non nascondiamo l’emozione di fronte allo straordinario reperto che si spera venga esposto presto al pubblico e dietro al quale si cela la memoria di una comunità secolare vissuta operosamente a Crotone.

Nel reperto si legge: “questa stele è del maestro medico Giuda figlio compassionevole e sia l’eden il suo riposo, morto nell’anno 5201” del calendario ebraico (1440 – 41).

A Strongoli, così come negli altri paesi del Marchesato crotonese, Cutro, Belcastro, Cirò, Santa Severina, Mesoraca, Cariati, Petilia Policastro, Isola Capo Rizzuto, vi erano gruppi di famiglie ebraiche spesso imparentate con quelle della numerosa e ricca comunità di Crotone.

La più importante della Calabria e la più tassata rispetto alle altre comunità di Cosenza, Gerace e Rossano, Reggio Calabria e Castrovillari.

L’archivio storico di Crotone documenta come l’insediamento ebraico a Crotone è di lunga data: nel periodo angioino, aragonese e spagnolo e abbraccia almeno 4 secoli prima della cacciata nel xv secolo da parte di Isabella la Cattolica.

La Giudecca con la sinagoga ora scomparsa era il quartiere o la strada dove gli ebrei abitavano: si trovava fuori le mura vicino alla cattedrale in un’area oggi compresa tra Via Suriano e Via della Pescheria, in prossimità della chiesa di Santa Maria dei Prothospartariis.

Gli ebrei crotonesi esercitavano solo le attività commerciali loro autorizzate, oltre alle attività artigianali praticate durante la costruzione del castello Carlo V e nell’esercizio dell’arte medica per cui erano famosi.

Dopo l’espulsione dal regno di Napoli nel XV secolo, quelli che non potevano trasferirsi altrove erano costretti a convertirsi e non mancavano quelli che lo fecero solo in apparenza.

Certo, alcune famiglie nonostante tutto rimasero a vivere in città e i documenti dell’Archivio storico comunale attestano la presenza ebraica almeno sino al 1730.

Rolando Belvedere

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