Da cittadinanza onoraria a cittadinanza ONORATA! foto

La nona edizione del Premio Caccuri la vince Atlantide di Renzo e Carlo Piano, ma la prospettiva di questo grande evento di oramai respiro internazionale, va ben oltre!

Quando un evento diventa più grande degli organizzatori e dello stesso territorio la cui bellezza ne ha ispirato la stessa esistenza, significa che metà dell’opera è compiuta.

Così, accompagnati ed ispirati da Maestri dell’arte e dei saperi come Vincenzo Leto nell’ultima serata, ci siamo seduti ed abbiamo ascoltato buona parte di queste serate sempre interessantissime; e quando le attese sono altissime, quasi sempre dietro l’angolo, c’è la delusione sempre pronta e sorniona quanto ingiusta.

Ma già solo il pomeriggio e la serata del 23 è bastata a spazzare qualsiasi dubbio: il conferimento della cittadinanza onoraria caccurese a Nicola Gratteri e Michele Affidato e la sua successiva intervista di e con Pino Aprile sono state molto più che parentesi: piuttosto apostrofi di cose fatte per unire e collantare ulteriori propositi, certezze di nuove e rigeneranti bellezze, proprio perché plurali.

Lo stesso Gratteri ha infatti ricordato come in altre occasioni di conferimento di altre cittadinanze onorarie, sono state sempre foriere di responsabilità, oltre che di piacere e riconoscenza. Ma lo stesso Gratteri e lo stesso generoso ed instancabile Maestro Orafo Michele Affidato hanno sottolineato come sia sempre urgente ed impellente continuare a fare rete anche come unico baluardo possibile contro il brutto, contro la ndrangheta, contro chi ruba e rioccupa spazi vitali.

Ed allora ad un Premio Letterario, dove si parla ed approfondisce di ricerca di bellezza piuttosto che di odio e discriminazioni, ci è venuto in mente di come la ndrangheta abbia rubato tutto lo spazio di una parola bellissima: onorata!

Troppe volte Premi e Festival, in questa terra più che altrove, iniziano a trovare, con il divenire sempre più prestigiosi e conosciuti, poco tempo per ulteriori prognosi e molto spazio a sogni avverato di celebrità e bisogni di fondi.

A Caccuri si sta “scovando” e “scavando” per ritrovare il senso delle parole, quello storico, quello che i nostri padri e nonni, ad esempio,  usavano nei confronti di chi aveva conquistato un ruolo sociale riconosciuto e riconoscente.

Onorata è certamente quella società che non si nasconde dietro lustrini, persecuzioni, discriminazioni o dinamiche politiche più grandi di qualsiasi ragion di Stato. Onorata è questa società che impiega risorse per fare rete, per creare, scavando e guardando nel buio così come racconta il papà Renzo Piano al figlio che lo costringe a ritornare sui luoghi del fatto, ancor prima che del bello.

Allora sin dalla prossima e decima edizione di questa importantissima ed unica kermesse culturale rimasta sul territorio crotonese non ci rimane che il tempo di volerci riappropriare dello spazio rubato di quella “onorabilità” che la Calabria ha compagni certi con cui percorrere: maestri come Nicola Gratteri e Michele Affidato.

Ed a proposito di onore ed onorabilità, forte e chiaro è arrivato il messaggio di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, che ha dialogato con Paolo di Giannantonio presentando “Il fuorilegge“.

La lunga battaglia di un uomo solo” (Feltrinelli), premiato fuori concorso dagli organizzatori si può sintetizzare: “Non si è mai soli quando rispondi ai principi ed alle leggi dell’umanità”.

E sempre nella serata conclusiva di ieri, dopo questo speciale con Lucano e dopo le interessanti interviste ai finalisti di questa nona edizione Bianca Berlinguer, Walter Veltroni, Alan Friedman e Carlo Piano (vincitore assieme al padre Renzo con Atlantide), è arrivato un altro tempo di bellezza autentica: Ron ha incantato e generosamente coinvolto un pubblico pronto a rispondere all’ennesima occasione di approfondimento.

Rosalino Cellamare è riuscito infatti a richiamare anche le famiglie dalle finestre attigue la bellissima Piazza del centro storico del borgo caccurese e pure ad improvvisare con una giovane Francesca, cantante davvero brava ad accompagnarlo nella famigerata “Vorrei incontrarti tra cent’anni”.

Autori e libri finalisti

Bianca Berlinguer “Storia di Marcella che fu Marcello”

La “vita bellissima” di Marcella Di Folco, all’anagrafe Marcello, inizia in un quartiere di Roma nel 1943 e prosegue in una lunga ricerca che la porterà a diventare pienamente donna nel 1980, dopo un intervento chirurgico a Casablanca.Marcella attraversa la storia d’Italia nelle sue contraddizioni: dall’infanzia complicata, all’esplosione del ’68 visto attraverso la “rivoluzione giovanile” del Piper, dalla Dolce Vita a via Veneto, a Cinecittà e ai grandi registi, Fellini, Rossellini, Zeffirelli, Petri, che la vollero nei loro film. Poi le notti romane, fino alla scelta tanto desiderata e voluta del cambiamento di sesso, l’arrivo a Bologna, la prostituzione, la militanza politica e le battaglie civili alla guida del MIT, il Movimento Italiano Transessuali. Storia di Marcella che fu Marcello è la confessione che Marcella Di Folco ha affidato a Bianca Berlinguer che l’ha fedelmente riportata. È il racconto in prima persona di una vita appassionata e difficile – piena di fatiche e scoperte, di sofferenze e conquiste -, una lunga e generosa ricerca della felicità.

Walter Veltroni “Odiare l’odio”

Dalle grandi persecuzioni del Novecento alla violenza sui social: le conseguenze tragiche di una malattia del nostro tempo. L’odio è la malattia sociale del nostro tempo, stravolge coscienze e rapporti umani, si impadronisce delle nostre parole, è il grande incubatore della violenza. Il nuovo libro di Walter Veltroni è un viaggio nell’universo dell’odio che parte da un passato a cui dobbiamo impedire di ritornare (il ventennio fascista, gli anni di piombo) per approdare a un difficile presente segnato da una decrescita tutt’altro che felice, dalla mancanza di prospettive per i giovani in un Paese di vecchi, dalla paura di un futuro in cui a lavorare saranno le macchine e ad accumulare profitti i giganti tecnologico-finanziari. È questo il terreno di coltura di un odio alimentato e amplificato dai social, in cui le parole diventano pietre per colpire, non solo metaforicamente, chi è diverso per etnia, per religione, per inclinazioni sessuali, per opinioni politiche, chi è debole, chi appare come una minaccia o come un capro espiatorio. L’odio sembra una valvola di sfogo, ma in verità ci rende schiavi, ci impedisce di comprendere la realtà, ci fa sentire più soli e infelici. E fa vacillare la democrazia. A chi semina odio e paura bisogna rispondere con il linguaggio della ragione e della speranza.

Alan Friedman Questa non è l’Italia.

Storie segrete e verità shock dietro il nuovo volto del nostro Paese. Con un accattivante taglio saggistico-narrativo Alan Friedman ci racconta in tempo reale quali sono i maggiori cambiamenti cui sta andando incontro il nostro Paese. L’autore, uno dei più attenti e autorevoli osservatori delle dinamiche politico-economiche di casa nostra, ci guida attraverso i temi caldi del momento per districarci tra le innumerevoli informazioni da cui ogni giorno veniamo raggiunti, separando il grano dal loglio. La situazione attuale è molto critica e tante sono le questioni su cui riflettere o interrogarsi. L’immigrazione è veramente un’emergenza nazionale? Le regole della moneta unica possono essere realmente riviste? Il nostro sistema bancario è solido? Quanto è affilata la spada di Damocle del nostro debito pubblico? Rischiamo un’altra crisi?Nella sua lucida analisi, Friedman non ferma il proprio sguardo all’interno dei confini dello stivale, ma si spinge oltre, guardando al futuro dell’Europa, alle mutevoli dinamiche geopolitiche e alle travagliate relazioni tra l’Europa e la Russia, la Cina e gli Stati Uniti di Donald Trump.

Renzo e Carlo Piano (Vincitori della IX edizione del Premio letterario Caccuri) Atlantide. Viaggio alla ricerca della bellezza

«Creare è come guardare nel buio. Prima non si vede nulla, poi la vista piano piano si abitua. Ecco, bisogna avere il coraggio di guardare nel buio. Creare significa scrutare nel buio, rinunciare a rifugiarsi nella memoria di quello che è già stato fatto, sfidare l’ignoto. Anche con insolenza e ostinazione. Senza questa ostinazione, che io trovo sublime, si resta soltanto alla periferia delle cose». Atlantide è la città perfetta, perché ospita una società perfetta. E come tale, è il sogno di ogni architetto, l’idea regolativa che muove la sua creatività. Per trovarla, Piano ritorna nei luoghi in cui per tutta la vita ha inseguito la perfezione, costruendo nel mondo intero le proprie opere. Naviga con il figlio nel mezzo del Pacifico, sulle rive del Tamigi, ad Atene, a San Francisco. Raggiunge l’isola costruita nella baia di Osaka per ospitare l’aeroporto da lui progettato. Che cosa significa cercare la perfezione? E perché cercarla ritornando a luoghi modificati dal tempo? Perché il senso del costruire di Renzo Piano resiste alle pericolose illusioni della modernità di cui la ferita del Ponte Morandi di Genova è uno dei tragici simboli. Forse non esiste nessuna perfezione. Ogni opera architettonica porta con sé i segni del tempo. Conserva le memorie e le tradizioni, si innesta nel paesaggio e cambia insieme all’ambiente circostante. Per questo progettare significa innanzitutto prendersi cura del territorio e dei suoi abitanti.