Tobia il campione che fa vincere tutti!

Che ci sia d'insegnamento!

Tobia Loriga ha vinto, difeso ed aggiungiamo, ancora una volta, conquistato il titolo italiano dei pesi Welter, trionfando a dispetto dell’anagrafe, a dispetto di tutto e tutti e, nonostante e per questo stesso motivo, nel momento del trionfo ha consentito a tutti noi di vincere, e non semplicemente di assistere alla sua vittoria. Il suo insistere incurante dei tempi televisivi sulla sua crotonesità, il suo farsi vanto delle sue origini, la lucidità con la quale dopo migliaia di cazzotti presi e dati, ha saputo far diventare la propria vittoria, la vittoria dei lavoratori che hanno perso il lavoro del Brico dimenticati dai più, dei lavoratori Datel, di un’intera Città. Il Match, uno dei più belli dell’anno, l’ha etichettato il commentatore Tv, vogliamo raccontarlo dalla quinta ripresa in poi, perché troppo abbiamo sofferto nell’assistere alla terza ed alla quarta, riprese nelle quali Loriga sembrava potesse, seppur onorevolmente, crollare; ed invece scopriremo che proprio queste due riprese che avrebbero potuto decretare l’inizio della fine, per Tobia hanno rappresentato invece la chiave dell’incontro; in queste due riprese Loriga matura la decisione e la consapevolezza che, per vincere, è necessario dimenticarsi di essere Tobia Loriga e perciò accorciare le distanze sino ad annullarle, cercare la bagarre, il corpo a corpo, gli scambi ripetuti e disordinati e nel contempo stare alla larga, molto alla larga dal jab sinistro dello sfidante che più volte ha trovato il fegato e la bocca dello stomaco del campione, senza però incredibilmente riuscire ad abbatterlo.

Il match dunque, diventa, dalla quinta ripresa in poi, un inferno, e per entrambi i due pugili; migliaia sono stati i cazzotti tirati da Loriga che ne incassa pure di terribili e se fino alla nona ripresa, Socci ne rimane talmente sorpreso da non riuscire a piazzare il colpo che potrebbe essere risolutivo, dalla nona in poi persino vi riesce, ma Tobia non cade, magari si aggrappa, come uno squalo non perde la presa, “vuole vincere” per come lui stesso confessa a bordo ring. La nona e la decima ripresa sono un fuoco d’artificio, un ricercare lo scontro a viso aperto, Loriga incassa vacilla, ma per ogni colpo ricevuto ne restituisce otto, tanti ne conta il coach di Socci, a bordo ring, prima dell’inizio della decima ripresa. Loriga proprio alla fine sembra poter crollare, per i colpi ricevuti o forse per la stanchezza, ma sta solo prendendo la rincorsa che gli consente di affrontare gli ultimi due minuti della sua impresa, a viso aperto, a guardia bassa, esponendosi ai colpi di Socci che pure ne riceve; e quando suona la campanella della fine dell’incontro i due pugili sembrano avere fiato e voglia per continuare a darsene di santa ragione all’infinito. E’ finita, segue l’intervista, le meravigliose dediche ed il bellissimo, spontaneo sillogismo, regalatoci dal nostro Loriga, perché se la Calabria è uno dei più bei posti dell’universo, Crotone che sta in Calabria, è uno dei suoi posti più belli. Che ci sia d’insegnamento.

f.m.