Crisi del mondo dello spettacolo: incontro tra Barbareschi, Mancuso, Capparelli, Vignis e Audia

Luca Barbareschi: “Ricordiamoci che come i muscoli del nostro corpo hanno bisogno di allenarsi per essere attivi anche la mente lo è per cui bisogna allenarla sempre, altrimenti siamo persi”.

“Il Covid-19 ha danneggiato tante vite e tanti settori, uno di questi è il mondo dello spettacolo e della Tv, ma non bisogna perdere la speranza. Più che mai in questo periodo, bisogna perseverare, con tenacia, passione ed amore”. È così che esordisce il Presidente Nazionale Luca Mancuso e prosegue: “Il segreto per il futuro? È determinante avere amore e passione per quello che si fa”.
Tante sono state le domande rivolte al graditissimo ospite del Presidente Mancuso. Hanno partecipato alla Live tre grandi giornalisti: Valerio Caparelli, Francesco Vignis e Salvatore Audia.
Luca Barbareschi ha esordito, delineando le sue impressioni su come sta vivendo in questo momento il mondo del teatro, come sarà il post pandemia e cosa si è fatto realmente per supportare questo settore in questo momento davvero molto complesso: “Io parto da un presupposto: nell’ideogramma cinese e nella tradizione ebraica, la parola crisi, vuol dire anche opportunità”. Luca Barbareschi esordisce così e prosegue: “In Italia manca davvero una strategia economica e culturale e questo mi fa rabbia, perché non è possibile che nella narrazione di un Paese, << non si racconti la verità >>.
A volte si parla di << finti dei, finti idealismi >>. La strategia del nostro Paese, dovrebbe tornare ad essere nelle mani degli industriali, stimolando così la politica”.

Importante è stata la riflessione di Luca Barbareschi per quanto riguarda un’ipotetica visione di standardizzazione del nostro Paese e riguardante la perdita di autorevolezza nel mondo della Tv: “Innanzitutto, non dobbiamo pensare assolutamente a differenziare << due ere: pre Covid-19 e post Covid-19 >> perché significherebbe porci una scusa per giustificare il piangersi addosso ulteriormente. Ciò che realmente penso e ne sono certo è che l’Italia era già in ginocchio dieci anni prima di questa pandemia, a livello intellettuale ed anche economico. Il Covid-19 ha dato una spinta in più, accentuando il rallentamento di tutto e la crisi del settore. Il problema però è differente, in quanto bisogna capire effettivamente cosa gli enti competenti pensano realmente di questo settore: È importante per le nuove generazioni? Se è sì, allora bisogna effettuare degli investimenti reali concreti, altrimenti in questo modo abbiamo annullato per sempre un intero comparto”. Barbereschi termina la sua intervista, soffermandosi e delineando la sua linea di pensiero in merito alla perdita di autorevolezza del mondo dello spettacolo e della Tv a causa delle numerose piattaforme digitali come Netflix e dichiara: “Io penso e spero che ci sia una gran fetta di pubblico che ha voglia, ancora oggi, di seguire la Tv-cultura. Ricordiamoci che come i muscoli del nostro corpo hanno bisogno di allenarsi per essere attivi, anche la mente lo è per cui bisogna allenarla sempre, altrimenti siamo persi”.