Doppio appuntamento tra Musica e Storia

Nella Sala Borsellino del Palazzo della provincia, presentato il libro dedicato al compositore Bellerofonte Castaldi, mentre al Museo e Giardini di Pitagora presentata la biografia del Maestro Scaramuzza.

Il Festival di musica antica Leonardo Vinci, continua a riservare buone occasioni d’incontro, giorno 19.09.2021, alle ore 20 nella chiesa di Santa Chiara il concerto “ode alla vita libera – Bellerofonte Castaldi musico modenese”, strumento che pure è stato mostrato e spiegato nel corso della Conferenza di presentazione, un nome, quello di uno strumento bellissimo a vedersi, tanto difficile quanto lineare ed appassionata è stata la narrazione della concertista, suonatrice di tiorba che si esibirà insieme al soprano, Cristina Fanelli. Nella Sala Borsellino del Palazzo della provincia, all’attenta presenza di esperti del settore come il nostro concittadino, plurilaureato, liutaio e concertista egli stesso, Giuseppe Mungari, Paola Ventrella, ha presentato il proprio libro, “Ludebat Bellerofontes”, dedicato al compositore Bellerofonte Castaldi, liutista modenese, i cui componimenti di musica barocca saranno eseguiti. L’autrice, ha appassionatamente descritto una personalità che ci ha assicurato essere assai somigliante all’ arte del compositore, fatta da forti contrasti, come del resto è stata la sua epoca. Per svelare sino in fondo la soggettività di un autore, il cui destino, a quanto pare sta iscritto nel suo stesso nome, Bellerofonte (l’uccisore di Belloforo) e questo per ragioni anche drammatiche e sorprendenti, ma che l’autrice della biografia, non ha voluto svelare sino in fondo, Paola Ventrella è ricorsa alla lettura di alcune poesie, tratte dalle raccolte di rime del Maestro, componimenti tutti delicati, caratterizzati da una studiata pacatezza, il cui suono è apparso ai presenti distante ed estraneo a quanto l’epoca moderna, del mordi e fuggi, ci ha abituato. Parole, gesto è musica quindi, è apparso chiaro come, libro e concerto, costituiscano un progetto globale, oltretutto in via di evoluzione, considerato che l’ambiziosa speranza è quella, chissà, di scovare in un prossimo futuro un manoscritto dimenticato del Maestro, vedremo cosa ci riserverà perciò la futura seconda parte della biografia. L’autrice è stata presentata ed interrogata dalla giornalista Antonella Marazziti, l’originalità e la bellezza del racconto ascoltato ci porta a giudicare il prossimo concerto con curiosità ed aspettative piuttosto elevate.

Nel medesimo pomeriggio, nel Museo d’arte moderna di Parco Pignera, si è svolto un incontro altrettanto avvincente, la Fondazione Dettoris, Angela Floccari, lei stessa pianista, autrice della biografia del Maestro Scaramuzza, insieme al Maestro De Siena, nell’annunziare la disponibilità sulla piattaforma Apple TV del docufilm sulla vita di Scaramuzza, hanno saputo non soltanto nuovamente presentare il progetto così brillantemente portato a compimento e riguardante la straordinaria vita e l’arte del nostro concittadino, quanto ci hanno saputo regalare ulteriori approfondimenti, fatti di aneddoti e documenti inediti che non hanno potuto trovar spazio nell’intensa narrazione contenuta nel libro. La proiezione del docufilm è stata preceduta da un contributo filmato di Maria Pia Cerulo che ha scritto e diretto il film e di Sebastiano Somma che ha saputo incarnare così bene il ruolo principale dell’artista dei due mondi che partito da Crotone, tra Napoli e Buenos Aires, ha suonato ma soprattutto ha insegnato, lasciando indelebile segno nel pianismo internazionale. Soleva dire il Maestro che esistono due sole scuole, “quella che ti insegna a suonare bene e quella che non lo fa”. Quanto grande sia stato il suo metodo didattico lo testimoniano i suoi allievi, come Marta Argerich e Bruno Leonardo Gelber, tra gli altri, come pure i suoi tanti discepoli che si sono dedicati all’insegnamento della musica, diffondendo e mettendo a frutto il metodo rimasto ineguagliato, di un uomo che insegnava a “respirare con la musica” e che rivoluzionò i paludati metodi didattici sino ad allora seguiti al motto: “bruciate i libri di tecnica…che la tecnica sia serva della musica” , giammai il contrario, perché la musica è veicolo di una spiritualità intensissima, di emozioni che le parole non possono trasmettere. Dalla lettura del libro di Angela Floccari possono intuirsi quali siano e opportunità ed anche le responsabilità date dall’essere città natale di una personalità tanto monumentale, l’intitolazione del nostro Teatro Comunale è solo un primo passo, le speranze per la nostra riscossa culturale, riposano sulla consapevolezza del nostro memorabile passato.

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Fabrizio Meo