Tra cielo e mare

Il prezioso racconto di Lucrezia Brescia nella sua raccolta di poesie.

Una serata di grandi emozioni quella vissuta ieri sera al Museo di Pitagora in occasione della presentazione della raccolta di poesie di Lucrezia Brescia “Tra cielo e mare”, evento promosso dall’assessorato alla Cultura. Una incontro durante il quale  è emersa la “dignità” del dolore, non quello gridato né che chiede un superficiale pietismo ma quello che ti da la forza di esternare i propri sentimenti da donare agli altri. Ed è proprio un dono, quello che Lucrezia Brescia, insegnate di scuola primaria, ha fatto ai propri lettori attraverso le liriche contenute nella raccolta. Non si è chiusa in se stessa, dopo la perdita del figlio, ma ha voluto raccogliere, giorno dopo giorno le proprie sensazioni anche per dare forza a quanti, purtroppo, vivono la sua stessa, terribile esperienza. Lo ha evidenziato nella sua introduzione Don Claudio Pirillo che è stato guida spirituale della poetessa: “non esiste dolore più forte della perdita di un figlio. Non esiste nemmeno un modo per definirsi. Si è orfani ma se si perde un figlio come definirsi? Si diventa genitori amputati. Si perde una parte di sé. Tuttavia Lucrezia ha trovato innanzitutto in lei e poi anche grazie alla vicinanza dei familiari, delle colleghe, dei suoi alunni la forza ed il coraggio per andare avanti ed anche per scrivere queste poesie

Lucrezia Brescia ha raccontato al numeroso pubblico presente il percorso che ha portato alla pubblicazione della sua raccolta. Un percorso caratterizzato dal dolore ma anche dalla presenza costante di Pino al quale sono dedicate le sue rime. Il mare che amava tanto e il cielo che lo ha accolto fanno da sfondo a pensieri dolcissimi in cui c’è la volontà di mantenere il ricordo dell’amato figlio ma che ha anche la funzione di arrivare al cuore di tutti. Lucrezia porge a tutti i suoi lettori, con semplicità e naturalezza il preziosissimo racconto di una vita.