Si è aperto il Sinodo nella Basilica Cattedrale di Crotone

L’appello dell’Arcivescovo durante la celebrazione di domenica mattina: “Vivere questo tempo da protagonisti e non da spettatori”

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Si è aperto domenica mattina nella Basilica Cattedrale di Crotone il Sinodo, in questa sua prima tappa che durerà due anni e partirà “dal basso”. Al centro di questo biennio ci saranno le diocesi e le parrocchie, ma anche gli appartenenti alla vita consacrata, le associazioni e i movimenti. Al centro, l’ascolto di “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso la consultazione del popolo di Dio nella maggiore ampiezza e capillarità possibile. L’Arcivescovo Angelo Panzetta, nel corso dell’omelia ha sottolineato tutto questo, spiegando che tutti i credenti potranno offrire il proprio contributo, affinché la comunità cristiana diventi più consapevole e possa progettare un percorso per camminare insieme con la luce della parola. Questo sarà un lungo cammino di discernimento in cui tutti dovranno essere protagonisti per costituire una nuova primavera di consapevolezza nella vita cristiana. Ma importante sarà, ha sottolineato l’Arcivescovo, non compiere questo percorso solo per obbedienza al Papa, alla CEI, al Vescovo o al Parroco, perché questo modo di pensare non rende liberi e adulti e rischia di farci partire già sconfitti, portandoci anche a pensare che “tanto non cambierà nulla”, e facendoci tornare alla vita di tutti i giorni: “questo modo di pensare senza fede e senza speranza è figlio di una mentalità che non crede nella grazia trasformatrice di Dio”. Ma neppure va bene avere la logica dello spettatore che guarda a questo processo da fuori chiedendosi come andrà a finire, pronto a giudicare ogni iniziativa.
Bisogna invece vivere questo tempo da protagonisti; “Dobbiamo gettarci mani e piedi” per riconoscere in questo percorso sinodale un autentico Kairos, un’opportunità “per le nostre chiese e la nostra comunità diocesana”. Due saranno gli interrogativi a cui la Chiesa si troverà a rispondere in questo tempo, se stiamo sperimentando questo camminare insieme e quale sarà la strada che lo Spirito ci indicherà per essere più sinodali. La pandemia ci ha scosso e ci ha messo difronte diverse questioni; “i motivi che ci univano alla comunità cristiana sono stati erosi ed ora vanno aggiornati”. C’è dunque il bisogno di ritrovarsi nelle comunità, ripartire e “riflettere insieme su quello che il Signore ci ha insegnato”. Questo percorso fornirà l’occasione di potersi guardare allo specchio ma anche di chiedere agli altri, a coloro che stanno fuori dalla Chiesa, “come ci vedete?”. L’Arcivescovo ha sottolineato che non sarà sicuramente semplice e che ci si potrà scoraggiare “ma la parola di oggi ci dice che non dobbiamo deragliare dalla fede; noi cambieremo il volto della nostra comunità non con le nostre capacità ma puntando su Dio”. Quindi la partecipazione al Sinodo non dovrà essere imposta come un’autorità, ma l’approccio dovrà essere quello del servizio, del metterci a diposizione dell’altro. Al termine dell’omelia, Mons. Panzetta ha riassunto in alcuni punti quello che dovrà essere l’atteggiamento di questo tempo di grazia. Primo tra tutti l’ascolto. La disponibilità di ascoltare prima ancora di imporre il proprio punto di vista è la condizione fondamentale che il Vescovo ha evidenziato. Lo sporcarsi le mani, il sentirsi partecipi di questo percorso. Poi la volontà di lavorare insieme, non solo di camminare “ma lavorare insieme che è più difficile che lavorare soli. Non abbiamo bisogno di fuoriclasse”; ma anche la volontà di superare lo “strisciante clericalismo”, e qui è arrivato il forte invito ai laici che contribuiscono “al senso della fede della comunità”. Ma sarà importante avere anche atteggiamenti di Umiltà, perché non ci si monti la testa davanti a quanto di buono fatto, gratitudine, per vedere quante sono “le cose belle che funzionano” e pazienza, importante per vedere, giudicare e agire: “Avremmo a che fare con processi complessi, davanti ai quali non dovremmo avere ansia da prestazione”, ma attendere con pazienza come fa Dio con noi.

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