In attesa dei fuochi

La passerella è anche "artificio"

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In questo splendido scatto d’archivio di Rino Leto (che ringraziamo anche per tantissimi altri che ci regala da tempo), c’è uno dei tantissimi simboli laici e dimenticati della nostra città: la passerella! Anche da questo “anelito”, cupido, approdo, tuffo o luogo di pesca, questa sera arriveranno i fuochi (si dice) in onore di Maria, la nostra patrona. Rino si è rotolato qualche tempo fa in un alba magica, trasferendo dintorni di bellezza, nuda, scevra da qualsiasi strumentalizzazione, come suo costume. Ci scuserà se ci ha permesso di riflettere sul fatto che una passerella è tantissime cose, anche contraddittorie fra loro. La passerella è un luogo d’incontro e solitudine. E’ una vetrina, anche effimera, ma anche ponte, virile o sterile, addirittura dannoso, a volte.

Nessuno può decidere, al nostro posto, come utilizzarlo o ignorarlo. Qualcuno potrà pure deturparlo, così come è stato fatto, ma, nessuno, può decidere se ci vogliamo passare e ripassare o guardarlo da lontano. Qualcuno potrà istituzionalizzarci una immagine di copertina per poi abbandonarlo a marinai o migranti, ma, nessuno, può decidere se ci vogliamo fare l’ennesima inutile guerra tra poveri. Una preghiera alla madonnina noi ci permettiamo di farla: fa che ci andiamo il più possibile a leggere e sospirare; fa che ci andiamo a rileggere, magari, di un filosofo che sapeva di “superuomo” e della morte di Dio; che potremmo pure avere un lampo per farlo resuscitare: “nessuno può gettare sopra il fiume della vita il ponte sul quale tu devi passare, nessun altro che tu”. (Friedrich Nietzsche)

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