Urti e Canti: idiosincrasie, nevrosi ed esaltazioni di Enrico Le Pera

Riguardo questo libro l’autore ci tiene a sottolineare come sia il frutto di un lungo processo: “Probabilmente tutto è nato all’età di otto anni quando scrivevo versi che la mia formidabile maestra, Emilia Rossitti, costringeva i miei compagni a imparare a memoria"

Esce per l’editore Ensemble di Roma,”URTI e CANTI”, una raccolta poetica del crotonese Enrico Le Pera, già noto come regista e produttore. In questo libro le idiosincrasie, nevrosi ed esaltazioni dell’autore sono esposte al lettore come in una mostra delle atrocità di cui vittima è essenzialmente l’identità dello stesso autore. Si instaura un conflitto continuo con la parola, un gioco d’azzardo al rialzo, o al ribasso, dove la posta in palio diventa la comunicabilità della vita. Si mescolano registri diversi, luoghi diversissimi (Crotone, Roma, Torino, Los Angeles) dove Le Pera ha vissuto, luoghi che ha amato e in cui si è scontrato con il reale, sperando che da questi scontri, da questi urti scaturisse un senso, un ritmo, una frattura (come dall’emicrania di Giove si genera la bellicosa Minerva). Anche i suoi numi tutelari (Landolfi, Rebora, Pirandello e, ancora, Majakowski, Palazzeschi, Baudelaire) vengono fagocitati da questa ferocia lirica che non risparmia nessuno. Ne resterà un residuo melodioso? Un accenno lirico? Una massa guasta che riesca a sciogliersi in canto?

Enrico Le Pera, nato a Crotone, vive tra Roma e Torino dove insegna lettere e storia del cinema e svolge attività di regista e produttore. Ha vissuto a Los Angeles dove ha lavorato come producer e sceneggiatore. È stato critico teatrale per la rivista «Primafila» e ha collaborato con le riviste letterarie «Liberatura» e «Storie».

Riguardo questo libro l’autore ci tiene a sottolineare come sia il frutto di un lungo processo: “Probabilmente tutto è nato all’età di otto anni quando scrivevo versi che la mia formidabile maestra, Emilia Rossitti, costringeva i miei compagni a imparare a memoria; qualcuno di loro ancora li ricorda. Molte cose sono cambiate ma non il sadico desiderio che gli stessi compagni, a distanza di metà secolo, imparino a memoria anche questi nuovi versi.”, dichiara scherzosamente. Aggiunge: “È con un certo piacere, un mal celato orgoglio e forse qualche imbarazzo che comunico l’uscita di questo libro. Di questi tempi scrivere versi è un atto ego-rivoluzionario, ma ancora più rivoluzionario è pubblicarli, per cui vorrei ringraziare l’editore Matteo Chiavarone e tutta la Redazione di Ensemble che ha creduto in questa raccolta, senza colpo ferire.” Le poesie sono corredate dai disegni retro-futuribili di Francesco Petricca che ha con Enrico Le Pera un lungo sodalizio artistico.

Il libro è disponibile presso l’editore Ensemble, Feltrinelli, Mondadori, Libraccio, IBS, sui principali store online e soprattutto nelle librerie locali preferite.

Pubblichiamo di seguito delle poesie della raccolta:

 

Argilla 

L’argilla di Crotone

si gonfia d’acqua

si spacca al sole

e frana

nel golfo amniotico

di un destino antico

di un presente inerte

una maledizione.

 

Manipolo la creta

me la passo sulla faccia

per sentirmela seccare

tirare

quando parlo

quando rido

quando maledico

e frano anch’io.

 

Io sono la mia terra

senza soluzione

fino al mare.

 

 

Ecco un poeta 

Ecco un poeta

incendiario perdigiorno

demistificatore scrutatore

al seggio del mondo

ultimo impostore

giocondo

donnaiolo mancato

sognatore infranto

che sperpera parole

per vanto

per orgoglio personale

disperato

antisociale e politicizzato

a tutti gli affetti integrato

nei sottomondi letterari

nelle toilette primo novecento

nei corridoi neo post

trans pop umanizzati

nei postacci insomma

controculturali

vitali

lasciate che si svaghi

a costruire modellini bellici

per mini rivoluzioni

aeroplanini cannoncini

pennacchi e pennini

paroloni

ra ta ta ta tá

una sventagliata

di amenità

per ribadire che il poeta

è sempre in guerra

che guardi il suo ombelico

o il cuor della terra

c’è ora e sempre ci sarà

nelle anticamere delle città

nei sottoscala delle metropoli

sui marciapiedi industriali

negli inciampi lessicali

nei postriboli intellettuali

nei vicoli portuali

di un paesino del sud

fiero possente

claudicante

in silenzio urlante

perfettamente inutile

gigante.