Nessuna guerra è in corso, ma solo un legittimo reclamare diritti!

Il Comitato Piscina, Bene Comune non ci sta a subire ulteriori beffe oltre al danno evidente di una piscina olimpionica chiusa

Riceviamo e pubblichiamo volentieri le considerazioni del Comitato “Piscina, Bene Comune” che è risentito delle polemiche suscitate dalle sue ultime considerazioni ed appelli: “Se, in qualità di cittadini autodeterminatisi, far valere diritti sanciti dalla Costituzione, significa fare la guerra, allora siamo in guerra” sostiene il Comitato.

Si dicono stupiti di commenti e considerazioni degli addetti ai lavori: “per come alcune testate giornalistiche locali hanno descritto i rapporti tra la Prefettura di Crotone, il Commissario Prefettizio, il Consorzio “Momenti di Gloria” e il Comitato “Piscina Bene Comune. Ma, così, in effetti non è!”

Il loro urlo diventa dunque inevitabile: “Nessuna guerra è in corso, ma solo un legittimo reclamare diritti!”

E proseguono: “Il Comitato “Piscina Bene Comune”, sin dalla sua nascita, ha cercato di porre all’attenzione di chi governa e tutela questo territorio la necessità nell’immediato di preservare l’impianto natatorio di via Giovanni Paolo II e garantire alla cittadinanza, in tempi certi e contenuti, la sua fruibilità.”

Si dicono anche convinti di essere stati più che chiari anche con gli interlocutori istituzionali: “E‘ quanto abbiamo ribadito nell’incontro tenutosi in Prefettura nelle scorse settimane, anche se il suo resoconto – fornito dall’ufficio stampa governativo, come dalle stesse interviste rilasciate dal Prefetto – è sembrato essere estremamente riduttivo”.

Ed iniziano le perplessità per i genitori dei ragazzi oramai senza piscina: “Infatti, per quanto si è potuto leggere e ascoltare, il confronto tra le parti sembrerebbe aver chiarito e risolto le istanze sia del Consorzio che del Comitato, le cui preoccupazioni sarebbero state fugate dai rappresentanti istituzionali, con un’inesistente cessata materia del contendere!”

“Una tale rappresentazione dell’esito dell’incontro è apparsa essere del tutto fuorviante!”

Il resto del comunicato è tutta una serie di considerazioni tecniche:

“Nessuna cessata materia del contendere ci sarà sino a quando la città non avrà certezze in ordine alla tutela del bene pubblico ed alla sua fruibilità. Questa è stata ed è la posizione assunta, sin dal primo momento, dal Comitato “Piscina Bene Comune”, che in quella sede ha pure evidenziato il suo profondo rammarico per le continue mancate risposte alle richieste di incontro, poi, di fatto, subito dal Commissario Prefettizio e dal Prefetto solo grazie alla possibilità dataci dal Consorzio “Momenti di Gloria” che ci ha consentito di far parte della delegazione.”

“La strada condivisibile della gara ad evidenza pubblica, comporta inevitabilmente la necessità di preservare l’impianto natatorio oggetto di gara, per renderlo appetibile ai concorrenti/gestori, e preventivamente quella di scrivere le regole per garantire in futuro una gestione limpida e trasparente del bene comune.”

“Le rassicurazioni fornite in tal senso, senza alcuna certezza sui tempi, non fanno venir meno le nostre preoccupazioni. E’per questo che continueremo ad essere vigili, spinti da uno spirito unicamente civico, autonomi, liberi ed indipendenti da qualsiasi interesse privato, con l’unico obiettivo di vedere restituito alla collettività un bene pubblico di fondamentale importanza.”

Ed infine ciò che reputano beffa oltre al danno: “Ci è stata rinfacciata, a più riprese, la legalità!”

Sottolineano infatti: “Come se noi fossimo i rappresentanti di un mondo lontano dalla legalità e non dei cittadini rispettosi delle regole e mossi, come detto, da un puro spirito civico, desiderosi di essere protagonisti per occupare spazi altrimenti a disposizione di quelle organizzazioni che condizionano, da sempre, la vita sociale e politica del nostro territorio.”

Ed il rammarico più forte: “Ma questo, evidentemente, non è stato compreso dalle Istituzioni!”

“La legalità è garantita non solo dal rispetto delle regole e delle leggi, la legalità è, e sarà, preservata se i cittadini diventeranno protagonisti e fautori del proprio destino e del proprio futuro. Questo era ed è il nostro intento, che perseguiremo sino alla fine nell’interesse della collettività ed in particolare per garantire un futuro migliore ai nostri giovani.”

“Ebbene, concludendo -l’interrogativo è quasi amletico- poniamo due interrogativi a cui gradiremmo avere risposta da parte delle Istituzioni di questo territorio: quali sono i percorsi di legalità ed i relativi tempi che l’attuale governo cittadino intende percorrere per la tutela del bene e la sua utilizzazione? Ma soprattutto vorremmo capire, perché un impianto ancora funzionante non può essere reso godibile – nelle more e con tutte le garanzie di legalità – all’intera collettività?”