PalaMilone, il Tar ha sentenziato: vittoria!

Il Presidente aveva preannunciato di decidere anche nel merito e così è stato: annullata la delibera del Commissario Prefettizio per tanti motivi! Ma è possibile difendersi come un privato?

Vittoria su tutta la linea per il Consorzio Momenti di Gloria!

Non era una gestione senza titolo!

Non si può sbattere nessuno fuori senza dovuti preavvisi!

Gli avvocati Meo ed Irtuso, ricorrenti per conto del Consorzio Momenti di Gloria, hanno vinto su tutta la linea!

Al netto della recente ed indecente novità della delibera (sempre d’indirizzo) che vorrebbe far dare in affidamento gli impianti sportivi ad Akrea (partorita intelligentemente prima di questa pronunzia) ci fa specie raccontare risvolti della udienza che ha portato a questa sentenza che potete qui leggere per esteso.

Al netto anche delle dichiarazioni dei vari candidati a Sindaco, parlamentari e forze politiche che dovranno pur dire qualcosa. Al netto di tutto ciò non può e non deve in alcun modo rimanere immune da considerazioni la circostanza che l’Avvocato che rappresentava il Comune, si sia rifiutato, certamente su mandato della propria committenza, di concedere un rinvio chiesto dagli avvocati Meo ed Irtuso per poter argomentare e documentare sul verbale del Comandante dei Vigili Urbani che “riportava” addirittura dichiarazioni dell’ex “custode”, comunque abusivo.

Circostanza davvero grottesca ed esemplificativa questa sia dal punto di vista formale che tecnico: si perché innanzitutto stiamo parlando di documenti ed atti più volte richiesti dal Consorzio Momenti di Gloria e molto prima che il contenzioso si trasferisse in seno al Tribunale Amministrativo Regionale e nella fase in cui il Comune non rispondeva in alcun modo alle sollecitazioni e richieste di incontro con Dirigenti e Commissario Prefettizio.

Ed a tal proposito è urgente più che necessario compiere un altro passo indietro.

In tempi di pace armata, cioè quando il Consorzio pregava a più riprese la passata amministrazione comunale a guida Pugliese di elaborare una convenzione e/o atti amministrativi che potessero “completare” in punta di diritto gli atti amministrativi che mettessero nelle condizioni le associazioni sportive dilettantistiche di non essere in alcun modo attaccabili da nessun sceriffo e/o commissario, si palesò a più riprese il problema relativo al “povero” disgraziato che “abita” alcune aree del PalaMilone sin da prima del Consorzio Momenti di Gloria, al primo fiorire del 2010 per essere alquanto precisi.

Questa presenza, appunto a più riprese, è divenuta, essa stessa, contenzioso coabitativo e, soprattutto motivo di “variegato” carteggio documentabile con il Comune di Crotone al punto da arrivare a divenire contenzioso legale in seno al Giudice del Lavoro per volere del “cristiano” in questione che ha intentato causa al Consorzio (ed allo stesso Comune) per vedersi riconosciuto lo status di lavoratore.

Il Giudice del lavoro si è pronunciato in favore del Consorzio che disconosceva, ovviamente, qualsiasi rapporto di collaborazione che, per altrettanti ovvi motivi, era dovuto solo ed esclusivamente a mantenere buone consuetudini fra chi fa sport legittimamente dentro un palazzetto di proprietà pubblica ed un occupante (lui si) sine titolo al quale vengono riconosciute le attenuanti dello stato di bisogno.

Per tradurre il tutto in un linguaggio più “popolare” si può tranquillamente sostenere che, così come accade in mille altre situazioni di questo genere in Calabria e non solo nel mezzogiorno, c’era una persona molto bisognosa che ha trovato alloggio popolare “libero”.

Ed è proprio quest’ultimo aspetto che deve colpire!

In questa città, e non solo in questa, ci sono state e ci stanno tantissime situazioni di fatto “tollerate” o addirittura favorite da amministratori e forze dell’ordine.

Questa è una di quelle.

Il Consorzio Momenti di Gloria ha cercato di favorirne la soluzione LEGALE e legittima.

Orbene questa amministrazione a reggenza Commissario Prefettizio ha cercato, di fronte il TAR, di “girare” questa oggettiva impedenza nei confronti dell’attività legittima del Consorzio, come se fosse prova di un uso senza titolo del bene pubblico.

Si perché non solo ha prodotto in tribunale documenti e dichiarazioni parziali e parzialmente mendaci (visto che essendo stato chiamato in causa il Comune non poteva non sapere della verità) ma oltretutto carte e situazioni reali le aveva negate in sede di richiesta di accesso agli atti tentando di mazzolare il cornuto; a tutto ciò ha aggiunto la beffa di aver esercitato il diritto di negare un rinvio per discuterne nel merito acconsentendo che la sospensiva dello sloggio rimanesse in vita.

Senza voler considerare il linciaggio mediatico cui è stato oggetto il Consorzio momenti di Gloria all’indomani della notifica dell’ordinanza di sgombero, favorito da fughe di notizie sin troppo particolareggiate per non essere sospette mai oggetto di una smentita che volevano il Consorzio stesso indagato e persino responsabile di consumi stratosferici ai danni della comunità.

Insomma finalmente questa città aveva trovato i cattivi per antonomasia da una parte, ma anche i salvatori della patria!

Quanti piccioni con una sola ghianda!

Il Comune, invece è bene dirlo, si è insomma comportato come il più cinico dei privati che, pur di vincere formalmente, usa tutte le azzeccagabugliate che il diritto gli concede.

Ci teniamo a sottolineare nuovamente che non è certo responsabilità dell’avvocato del Comune ad aver scelto di “resistere” in giudizio con queste forme.

Lui “adda” pagarsi una parcella.

A noi consta, invece, trattenere il voltastomaco mentre esercitiamo il dovere di cronaca.

 

Procolo Guida