Grafici e cifre “confortanti” foto

Dato positivo l’incremento giornaliero della nostra città che va, questa volta, di pari passo con quello nazionale (6.9%) ma comunque dovremo stare attenti non ad un picco nazionale ma a tanti picchi diversi per zone diverse

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    Ecco anche oggi, così come stiamo assicurando da più di una settimana, i grafici riferiti ai dati di ieri estrapolati col contributo di una componente crotonese di una equipe di studio statistico del fenomeno che fa da supporto a ipotesi non solo prettamente sanitarie.

    Innanzitutto riprende la discesa dell’incremento giornaliero nazionale (7,40%).

    Continua anche la diminuzione del tasso di nuovi casi giornalieri (6,90%), dato reputato da più parti importantissimo per l’avvio della possibile risoluzione del problema covid.

    Anche il numero assoluto di nuovi casi è tornato a diminuire, dopo il picco dei giorni scorsi dovuto presumibilmente all’aumento dei tamponi effettuati in Lombardia (regione maggiormente colpita).

    La differenza tra aumento dei numeri di nuovi casi e quelli delle ospedalizzazioni (sia normali che in rianimazione) continua ad aumentare.

    Ma il dato che abbiamo visto commentato da tutti i network nazionali è quello della percentuale dei nuovi guariti (13,10%) rispetto ai deceduti (9,73%) dopo due giorni negativi.

    Il rapporto tra i ricoveri in rianimazione rispetto a quelli ordinari continua a diminuire; si mantiene abbastanza costante il rapporto tra casi attuali e casi totali (76%), mentre scende con una pendenza maggiore il tasso di ospedalizzazione, che perde 1 punto percentuale quasi giornaliero.

    Da registrare, come sempre, il “terribile” dato dei deceduti (11%).

    Incremento per Crotone del 6.9% (compresi i dati del ASP, arrivati come sempre dopo l’aggiornamento dei dati ufficiali della protezione civile): è un dato positivo l’incremento giornaliero della nostra città che va di pari passo con quello nazionale (6.9%) mentre quello regionale registra (12.58%).

    Si conferma il trend peggiore per le regioni del Sud (10%) rispetto a quello Nazionale che va di pari passo con il Nord (6%).

    Si conferma dunque che dovremo stare attenti non ad un picco nazionale ma a tanti picchi diversi per zone diverse.

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