FenImprese Crotone: Maggiore tutela per il nostro comparto

Oppido, Capozza e Perri: In data odierna, una nota testata giornalistica ha diffuso nel web la notizia dell’ipotetico contagio di un altro parrucchiere nella città di Crotone. Generare dell’allarmismo del tutto infondato, ci sembra un atteggiamento scorretto e controproducente".

Riceviamo e Pubblichiamo:

“L’esigenza di questo comunicato” precisano Rino Oppido Presidente della sezione acconciatori Fenimprese Crotone e Angela Capozza, rinomata esperta del settore e contitolare con Romina Perri del salone Le Figaro, “nasce da uno spiacevole episodio di pseudo giornalismo (che non ha nulla a vedere con il giornalismo serio, fatto da persone preparate che quotidianamente svolgono con passione il loro mestiere d’informazione).

In data odierna, infatti, una nota testata giornalistica ha diffuso nel web la notizia dell’ipotetico contagio di un altro parrucchiere nella città di Crotone, stigmatizzando l’intera categoria quasi come quella più incosciente e maggiormente responsabile del contagio.

Si tratta di una c.d. fake news, in quanto il riferimento è ad un noto acconciatore la cui positività era stata già annunciata giorni fa e che si è aggiunto all’altro parrucchiere contagiato e, purtroppo, deceduto alcuni giorni fa.

Generare dell’allarmismo del tutto infondato, soprattutto in questo momento, ci sembra un atteggiamento scorretto e controproducente, quasi come se la “caccia alla notizia” avesse la meglio su tutto il resto.

Infondere apprensione nella collettività crotonese e a scapito di una categoria (quella dei parrucchieri) già considerevolmente in difficoltà, ci appare alquanto ingiusto.

Già prima dell’emergenza, infatti, il nostro settore era profondamente in crisi per una serie di problemi che, costantemente, hanno reso difficile la gestione del nostro lavoro.

In primis quello dell’abusivismo, che oltre a rendere vani molti dei sacrifici quotidianamente realizzati da noi operatori, mette a repentaglio la salute di chi si affida a mani spesso poco esperte o comunque poco attente alle misure d’igiene che una professione come la nostra richiede.

Le nostre attività “regolari” sono costantemente monitorate e controllate (come è giusto che sia) sotto tutti i punti di vista: dal fisco, dalle autorità in materia igienico sanitaria, dall’ispettorato del lavoro, e per svolgere il nostro dovere in maniera onesta e conforme alla legge, facciamo fatica a far quadrare i conti.

Dover affrontare anche una concorrenza così sleale, significa per buona parte di noi, condurre un’impresa quasi impossibile, combattere una battaglia persa in partenza.

La piaga dell’abusivismo è da sempre un nemico conclamato per il settore, ma se si considera che in giorni così difficili, con una chiusura delle attività che va avanti da un mese e tutte le difficili conseguenze legate alla mancata attività e al mancato guadagno ci sono ancora degli scellerati che oltre a violare l’etica della professione violano anche la legge, mettendo a repentaglio la vita degli altri, è ben chiaro come tutti noi siamo profondamente arrabbiati sia come professionisti che come cittadini.

Come è possibile che in una fase di controlli così stringenti, alcuni soggetti siano ancora in condizione di agire così indisturbati?

Confrontandoci con numerosi colleghi di tutta Italia abbiamo riscontrato le stesse criticità ma se a queste aggiungiamo un’informazione che ci rema contro ingiustamente, il risultato diventa altamente distruttivo.

Non appena sarà possibile tornare a lavorare, è nostra intenzione riprendere l’attività lavorativa garantendo con le dovute misure e precauzioni, la salute per i nostri clienti e per noi operatori, conformandoci ad ogni disposizione ministeriale.

In cambio, però, chiediamo di non essere abbandonati ai nostri problemi, non solo legati alla diffusione del virus ma radicati sin da prima che il covid facesse la sua comparsa, altrimenti molte delle nostre attività saranno tristemente destinate alla chiusura”.

Comprensibili le parole della portavoce Capozza comunicate alla nostra storica Dirigente di FenImprese Crotone la Dottoressa Emanuela Covelli, che chiaramente dipinge le difficili condizioni in cui versa la sua categoria d’appartenenza.

E’ proprio in questo scenario complicato che Fenimprese decide di sposare, ancora una volta, le cause dei suoi associati. Se c’è da combattere lo si farà tutti insieme, così da garantire il rispetto di tutti i diritti che troppo spesso vengono calpestati ingiustamente.