Il grido del mondo delle imprese

Pugliese: "Urgono misure più consistenti altrimenti si configura l’allarme sociale".

L’emergenza Covid-19 sta causando il collasso del sistema socioeconomico provinciale e le attuali misure individuate dal Governo non sono in alcun modo sufficienti a fronteggiare la crisi” è il grido d’allarme lanciato dal Presidente della Camera di commercio di Crotone Alfio Pugliese.

Dall’inizio dell’emergenza Covid-19 la Camera di commercio di Crotone ha più volte evidenziato la necessità di intervenire a sostegno delle imprese, soprattutto con riferimento ad un sistema socioeconomico già fragile come il  nostro – ricorda il Presidente Pugliese – Lo abbiamo ribadito sia pubblicamente che presso i tavoli istituzionali attivati, rappresentando le istanze delle imprese e delle associazioni di categoria. Abbiamo finanche chiesto ai comuni l’attivazione di una task-force, avente come capofila il Comune di Crotone, finalizzata a programmare congiuntamente le azioni da mettere in campo per rispondere all’emergenza”.

Tuttavia, al momento non possiamo che constatare che le misure messe in campo a livello nazionale per sostenere le imprese non sono assolutamente adeguate allo scopo – prosegue il Presidente – Ciò significa destinare alla chiusura la maggior parte delle imprese provinciali dei settori interessati dal blocco delle attività, con conseguenze economiche inimmaginabili anche in considerazione della ulteriore perdita di posti di lavoro”.

Le misure messe in campo con il decreto liquidità difficilmente aiuteranno le imprese, poiché basate su procedure bancarie che ne limitato l’applicazione, in particolare alle aziende che al momento hanno delle segnalazioni dovute al periodo di crisi sul nostro territorio – spiega Pugliese – E’ necessario ed urgente individuare strumenti normativi eccezionali in deroga a regolamenti bancari attuali o, ancora meglio, consentire finanziamenti diretti alle imprese, in particolar modo alle micro, piccole e medie imprese”.

Tanti imprenditori che hanno investito tutte le risorse di una vita nelle loro aziende non si rassegneranno a vederle crollare nel giro di pochi mesi per cause non imputabili a loro, con conseguente distruzione di tante famiglie  – conclude Pugliese – pertanto, per la mancanza di liquidità, si configura anche un allarme sociale legato ad eventuali azioni sovversive: si rischia una vera e propria rivolta delle partita IVA”.