Crescono il Body shaming, bullismo e il cyber bullismo

"L' ambiente sociale premia e sublima il prevaricatore".

Riceviamo e Pubblichiamo:

Body shaming, bullismo, cyber bullismo, se ne parla, ma si ritorna a parlarne e ad approfondire solo davanti al nuovo, ennesimo caso, preferibilmente se vittima è un personaggio noto.

Ebbene in questi giorni se ne parla, ritorniamo a sdegnarci, perché vittima questa volta è una professionista, una giorni sta, una donna ed allora che sia l’occasione per riflettere sull’aggressività e su come ormai fa parte di una “normale quotidianità”, oggi amplificata dalla nuova condizione di vita in cui ciascuno di noi si trova ad operare.

Body shaming, bullismo, cyber bullismo sono esplicazioni diverse dello stesso problema: la sopraffazione dell’altro, lo svilimento della dignità umana, relazionale e professionale.   

Non sono soltanto le donne le vittime del body shaming, ma anche tutta quella fascia di popolazione che in un modo o in un altro è soggetta all’esposizione, non soltanto mediatica.

Il corpo rimane il bersaglio indiscusso su cui indirizzare lo scherno, la derisione, il beffeggio, l’umiliazione.

“Shame” vuol dire “vergogna”, far vergognare l’altro del proprio aspetto fisico è diventata una moda diffusa. Spesso l’aggressore è egli stesso stato vittima di umiliazione e mette in atto quella che in psicologia è nota come “coazione a ripetere” o “identificazione con l’aggressore”. 

Essere considerati di valore o meno in base alla propria forma fisica diventa un fallimento, mentre bisognerebbe imparare ad investire su di sé aldilà degli stereotipi sociali.

A lasciarci le penne, in termini di malessere psicofisico, sono gli adolescenti che vivono una fase evolutiva in cui è abbastanza faticoso ed impegnativo fare i conti con la propria autostima, con la fluttuazione della propria immagine corporea, con il senso di frustrazione e di inadeguatezza.

Adolescenti, ma non solo e i social network sono il terreno fertile nel quale attecchiscono odio e rabbia sociale. Lo ritroviamo contro i politici, gli imprenditori e lo troviamo soprattutto contro le persone comuni che hanno avuto l’audacia di mostrarsi.

Di poche settimane fa l’attacco fatto a Benedetta Rossi food blogger gentile e cortese rea di essersi mostrata in tutta la sua straordinaria semplicità. Per questo odiata e derisa da un manipolo di coraggiosi che l’hanno schernita per il suo aspetto.

Ci provano a screditare chiunque e se la vittima è donna si scatena un attacco al suo aspetto.

La stessa imprenditrice digitale Chiara Ferragni non è stata risparmiata dagli Hater.

È singolare il fatto che lo scrittore d’odio social si senta altro rispetto a lui, come se a scrivere sui social fossero, degli avatar. Personalità bipolari a metà strada tra il dottor Jekyll e mister Hyde.

I messaggi pieni di odio e volgarità che prima affidavano ai bagni degli autogrill, adesso fanno bella mostra di sé e sui profili social.

E l’aggressione e la violenza sempre più spesso sono calate in una normalità che vuole le vittime in un angolo costrette a giustificarsi, sono loro a dover dare conto dello sdegno e del dolore provati.

Ripristinare la scala dei valori, riconoscere i comportamenti e gli atteggiamenti aggressivi e violenti già dall’infanzia. In Italia un ragazzino su due è vittima di episodi di bullismo e oggi con la didattica a distanza il web è ancora di più al centro delle attività e degli interessi, veicolo e strumento per imparare ma anche per amplificare questi fenomeni sociali e culturali.

I social network ci hanno permesso di stare più vicini in un momento in cui la vicinanza fisica è proibita e con la didattica a distanza la violenza muta il modo di manifestarsi, non scompare.

Le scuole sono molto sensibili sull’argomento ma in questo momento storico in cui le aule scolastiche sono diventate aule virtuali e le interazioni con gli alunni sono diverse, come ci si accorge di prevaricazioni, di violenze o di soprusi?

E allora oggi come non mai devono essere le famiglie ad avere un ruolo di primo piano. In questa quarantena interminabile ci si è trovati tutto ad un tratto a condividere per tutto il giorno la stessa casa, e forse genitori e figli si sono conosciuti un po’ meglio, qualcuno ha fatto amare scoperte qualcun altro ha riscoperto i propri figli.

E allora che si faccia di necessità virtù, che questa convivenza forzata del nucleo familiare possa diventare occasione di presenza, di confronto, dialogo, discussione, e stimolo.

Body shaming, bullismo, cyber bullismo crescono e si alimentano in un ambiente sociale che premia e sublima il prevaricatore, sempre più forte perché sorretto da una porzione di società che preferisce voltarsi dall’altra parte e addirittura predilige schierarsi con il “forte”, divenendo così parte integrante di un branco, spesso virtuale e mediatico.

Valentina Galdieri
Marianna Barilari
Marina Audia
Maria Bonaiuto