Lupo a Crotone: alcuni comportamenti da seguire

Vademecum consigliato dal Circolo Ibis

A seguito dei ripetuti avvistamenti dell’esemplare di lupo appenninico registrati dai cittadini di Crotone in centro città e in periferia, l’associazione “Circolo Ibis” di Crotone, che da anni compie studi scientifici sulla presenza della specie nel Crotonese, sente la necessità di illustrare alcune norme comportamentali da osservare in caso di incontro con l’animale selvatico.

Doveroso è precisare che, in quanto specie altamente protetta e quindi da preservare, non è possibile interagire in nessun modo con l’animale.

Il lupo (Canis lupus) è una specie di interesse comunitario tutelata dalle seguenti convenzioni, direttive e iniziative:

  • Convenzione di Berna che inserisce il lupo nell’allegato II e prevede, quindi, una speciale protezione per questa specie e ne proibisce in particolare la cattura, l’uccisione, la detenzione ed il commercio;
  • Convenzione di Washington che inserisce le popolazioni di lupo italiane nell’Appendice II della Cites, che vieta l’acquisto, l’offerta di acquisto, l’acquisizione in qualunque forma a fini commerciali, l’esposizione in pubblico per fini commerciali, l’uso a scopo di lucro e l’alienazione, nonché la detenzione, l’offerta o il trasporto a fini di alienazione di esemplari della specie, eccezion fatta per le deroghe previste dall’Art. 8 del medesimo regolamento) ad esclusione delle popolazioni della Spagna a nord del Duero e della Grecia a nord del 39° parallelo che sono incluse nell’Allegato B;
  • Direttiva Habitat (92/43/Cee), recepita dall’Italia con Dpr dell’8 settembre 1997, n. 357, che inserisce il lupo negli allegati B e D, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione.
  • Legge 11 febbraio 1992, n. 157 che pone il lupo tra le specie particolarmente protette, anche sotto il profilo sanzionatorio;
  • Iniziativa Europea sui grandi carnivori, Piattaforma di stakeholders costituita dalla Commissione europea in risposta ai molteplici interessi e alle ripercussioni che la presenza di grandi carnivori ha su diversi settori delle attività umane, per condividere tematiche, esperienze e principali approcci gestionali alla conservazione dei grandi carnivori
  • Large Carnivore iniziative for Europe, gruppo di esperti istituito dal Consiglio d’Europa e Wwf internazionale per affrontare efficacemente le gravi minacce che incombono sui grandi carnivori, divenuto successivamente uno degli “Specialist groups della species survival commission” dell’Iucn. lcie ha lo scopo di “conservare, in coesistenza con l’uomo, popolazioni vitali di grandi carnivori come parte integrante degli ecosistemi e dei paesaggi europei”. Uno degli obiettivi prioritari della Lcie è la produzione di Piani di Azione Europei per ognuna delle cinque specie di predatori.

Compiute queste doverose precisazioni dal punto di vista normativo, il Circolo “Ibis” intende consigliare alcune norme comportamentali da seguire in caso di incontro con questo esemplare di lupo che, a quanto pare, trattasi di giovane della specie in condizione di “dispersione”.

Una volta raggiunta la maturità sessuale, infatti, i giovani subadulti possono lasciare il branco natale e disperdersi in cerca di un compagno e di territori non occupati da colonizzare.

Gli individui solitari, oltre alle unità sociali territoriali, rappresentano complessivamente circa il 7-20% di una popolazione territoriale di lupi (Mech e Boitani, 2003).

I lupi in dispersione possono delineare un territorio proprio e stabilizzarsi, allorché riescono a trovare un’area idonea e un conspecifico di sesso opposto con il quale riprodursi (Boitani et al., 2003).

Ecco perché se ci troviamo di fronte al lupo:

Osserviamolo a distanza e non avviciniamoci: nel 99% dei casi il lupo ci guarderà immobile per un po’ e poi se ne andrà, se non sarà schizzato via al primo sguardo.

Se non ci sentiamo tranquilli (non sono situazioni pericolose, ma non si può impedire a qualcuno di avere paura) alziamo la voce, facciamo confusione.

L’animale si spaventerà e se ne andrà;

Nel caso di incontro con lupi “confidenti”, ossia in qualche modo un po’ abituati all’uomo, prendiamoci la responsabilità di disincentivare questa loro associazione mentale di uomo-oggetto interessante: facciamo rumore e cerchiamo di fargli capire che l’uomo non è un bell’incontro. Questo non vuol dire andargli incontro, né tantomeno avvicinarcisi.

Ci sono stati casi, documentati anche da video, di persone a una quindicina di metri dall’animale.

In quel caso, anziché rimanere a fare il video, o cercare di richiamare il lupo per fare il video più bello, sarebbe meglio fare un po’ di confusione, per indurre l’animale ad allontanarsi.

Non ululare per attirarli: l’ululato è una forma comunicativa.

I lupi ululano per segnalare la propria presenza sul territorio, per riunirsi, per salutarsi. In un’area sono presenti solo i lupi di un branco, lupi estranei vengono allontanati.

Ululare segnala a quel branco che ci sono quindi altri animali nella loro casa, li disturba, li può costringere a modificare le loro abitudini territoriali, almeno momentaneamente.

Il lupo non è un cartone animato, non è un peluche, non ha bisogno di noi e non deve essere visto come un essere fantastico, da venerare. E’ un animale selvatico, da rispettare nel suo ecosistema.