Urge l’avvio dei lavori di pubblica utilità per i detenuti di Crotone

Ferraro: "Un appuntamento non procrastinabile".

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In seguito alle  reiterate  richieste di informazioni,  da parte dei  detenuti e dei loro familiari, per l’avvio dei cd. lavori di pubblica utilità, ex art 21 Ordinamento Penitenziario, si rende necessario un appello alle istituzioni regionali e locali  per la realizzazione  del  servizio, oramai non più procrastinabile per i detenuti della realtà geografica crotonese.

Tale attività, prevista dalla normativa vigente consentirebbe non solo un importante impiego di risorse umane per le attività socialmente utili (pulizia di aree e spazi pubblici, giardini e verde pubblico, interventi sul manto stradale, riordino  degli archivi  presso enti od uffici pubblici, etc) attività ritenute fondamentali per detenuti ed ex detenuti od  internati, al fine di acquisire abilità lavorative indispensabili per un concreto reinserimento socio lavorativo.

A tal proposito la legge prevede infatti che:

possono essere ammessi al lavoro all’esterno  del carcere   i condannati, internati ed imputati sin dall’inizio della detenzione per svolgere attività lavorativa”; ancora possono “prestare attività a titolo volontario e gratuito in progetti di pubblica utilità in favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni, le comunità montane, le unioni di comuni, le aziende sanitarie locali, o presso enti o organizzazioni, anche internazionali, di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato”; infine è previsto che  si possa “prestare la propria attività a titolo volontario e gratuito a sostegno delle vittime dei reati da loro commessi, comma 4-ter introdotte dalla legge n.94 del 9 agosto 2013 convertito nella legge n. 94/2014.

Come noto,  il lavoro di pubblica utilità ha natura di sanzione sostitutiva e,   recentemente  sono stati sottoscritti alcuni protocolli tra il Ministero della Giustizia, l’ANCI e alcuni Tribunali di sorveglianza per favorire l’applicazione dell’art.21  come sopra.

Più in generale, è bene ricordare che,  in riferimento al diritto al lavoro per  condannati od internati, l’art. 15 dell’Ordinamento penitenziario, legge 26 luglio 1975 n. 354, individua proprio  il lavoro come elemento di grande rilievo  per un  trattamento rieducativo disponendo che, eccettuati  casi di impossibilità, al condannato e all’internato  deve essere  assicurata un’occupazione lavorativa.

Dallo scorso luglio l’Ufficio del Garante comunale dei detenuti , di concerto con la Casa Circondariale, è stato  avviato un tavolo istituzionale aperto  al reinserimento socio-lavorativo dei detenuti ; ad oggi   nessuna iniziativa o proposta  ha  ottenuto riscontro concreto per cui  nessun detenuto a Crotone ha potuto svolgere lavori  di utilità sociale  od altri tipi di lavori  esterni.

Per quanto premesso, il   Garante  comunale dei diritti dei detenuti che di Crotone sollecita  la Presidente della Regione Calabria On.le Jole Santelli, le Istituzioni locali tutte e le  realtà associative operanti  sul nostro territorio   a sostegno delle fasce deboli, a calendarizzare un incontro per avviare al più presto, anche per la Città di Crotone, un piano di   lavori di pubblica utilità.

Solo così ci sarà una prima risposta istituzionale capace di attuare un reinserimento vero ed effettivo, per detenuti ed ex detenuti crotonesi.

Tale intervento è reso oggigiorno ancora più urgente  dalla situazione sociale ed economica, dagli effetti negativi  prodotti  dalla pandemia ancora in corso.

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