Bando beni confiscati

Son 4 gli immobili inseriti nel bando presenti sul territorio della Provincia di Crotone

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L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – ANBSC, ha messo a bando circa 1400 beni confiscati alle mafie in tutta Italia. Si tratta di una assoluta novità nel panorama della filiera dei beni immobili confiscati, che solitamente vede protagonisti i tribunali, nella fase giudiziaria, l’Agenzia ANBSC nella fase gestionale e decisiva di destinazione dei beni, e le amministrazioni locali nell’attivare progetti di riutilizzo anche attraverso l’assegnazione ad Enti del terzo settore.

E sono proprio gli enti locali che spesso rappresentano l’anello debole della catena, quando per disinteresse politico o, come dimostrato da varie inchieste, per condizionamenti delle cosche, non adempiono alle procedure e lasciano al loro destino i beni, considerandoli ancora oggi un problema e non una occasione di riscatto sociale e anche economico.

Forse è per questo che nel 2017, con la modifica del c.d. codice antimafia, è stata introdotta la possibilità da parte dell’Agenzia Nazionale ANBSC di assegnare direttamente i beni agli enti del terzo settore, bypassando gli enti locali almeno nelle procedure di assegnazione.

Il bando presenta diverse criticità, sulle quali la rete di Libera a livello nazionale e territoriale, proporrà delle modifiche e delle integrazioni nelle prossime settimane. Tra queste sicuramente la principale riguarda la possibilità di individuare ubicazione e caratteristiche dei beni messi a bando elencati nell’allegato 1.

Con questa nota cercheremo di dare un contributo costruttivo rivolto agli Enti del terzo settore che fossero interessati ad acquisire la gestione di uno dei beni confiscati presenti nel territorio della Provincia di Crotone.

Nella provincia di Crotone sono 7 i beni messi a bando suddivisi in 4 lotti, ubicati nei territori di Crotone e Isola di Capo Rizzuto. Si possono individuare nell’allegato 1 del bando.

O meglio, si può cercare di individuarli.

Perché in realtà in quella scheda le informazioni sono scarse e in alcuni casi fuorvianti, per cui le associazioni o cooperative che fossero interessate a partecipare potrebbero essere condizionate nella loro decisione in maniera errata. Certo sono indicati i dati catastali, ma non tutti hanno accesso agli strumenti per individuare immediatamente i beni, ed il rischio è che rinuncino a partecipare alla prima lettura di quel lungo elenco.

Un esempio evidente riguarda il bene confiscato a Poggio Pudano nel comune di Crotone. Nell’allegato 1 è indicato come terreno agricolo di 670 mq (lotto n.5), quando in realtà su quel terreno insiste una villa a due piani, probabilmente non accatastata, sul quale è difficile ipotizzare qualunque attività agricola.

E poi c’è l’ex Hotel Fly di località Sant’Anna nel comune di Isola di Capo Rizzuto, indicato nell’allegato 1 come “fabbricato industriale” (lotto n.7). La struttura, abbandonata a se stessa da molti anni, probabilmente necessiterà di importanti interventi di ristrutturazione per poter essere utilizzata. Sicuramente non basteranno le risorse che l’Agenzia ANBSC destinerà ai progetti ritenuti più validi contestualmente all’assegnazione dei beni.

Un terzo lotto riguarda un tratto di spiaggia di 2440 mq nei pressi del Lido San Leonardo, nella zona balneare di Crotone, sul quale sono ubicate diverse strutture tipo bungalow (lotto n.6). Dalla scheda non si capisce bene se la confisca riguarda solo la “sabbia” o anche le strutture in quanto nella descrizione viene indicato semplicemente come “terreno non definito”.

Infine, a Capo Rizzuto viene messo a bando un appartamento in condominio in Via Faro (lotto n.396), per il quale non sono indicate le dimensioni. Il bene è stato confiscato nell’ambito dell’operazione Infinito del 2010 che ha visto coinvolte le “locali” di ‘ndrangheta della Lombardia.

Il bando scade il 30 ottobre ed entro quella data si potrà richiedere la possibilità di effettuare un sopraluogo ma noi auspichiamo che l’Agenzia Nazionale in questo arco di tempo riesca a rendere più agevole l’identificazione dei beni. In questo modo si risparmierebbe tempo, anche per i funzionari dell’Agenzia, da sempre oberati di un carico di lavoro enorme per il numero di confische che si susseguono in maniera esponenziale in tutta Italia.

A margine vogliamo specificare che per individuare gli immobili abbiamo utilizzato i dati catastali riportati sull’allegato 1 del bando, ed il Geoportale Cartografico dell’Agenzia delle Entrate, con l’aggiunta di un po’ di olio di gomito per riuscire a riportarli sul ben noto portale di google-maps. I nostri coordinamenti territoriali di Libera saranno sempre a disposizione delle autorità pubbliche e delle associazioni, nel facilitare i percorsi di riutilizzo sociale dei beni confiscati.

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