Udienza per il sacco dei soldi Eni con il verde pubblico foto

Seguire l'udienza del prossimo 30 settembre potrà aiutare a riconoscere chi, fra gli amministratori "uscenti", è stato “bbuono” e chi è stato “malamente”...

Più informazioni su

    Il documento che pubblichiamo a stralcio è relativo alla fissazione di una udienza che si dovrà tenere il prossimo 30 settembre rispetto ad un procedimento penale che vede imputati Peppino Vallone, Mario Megna, Francesco Barretta, Santo Emilio Candigliota, Sergio Contarino, Filippo Esposito, Michele Marseglia, Claudio Molè e Gianfranco De Martino.

    Si tratta della fin troppo famigerata questione dei soldi spesi per il verde pubblico con soldi delle royalties che Rino Gaetano avrebbe ribattezzato con Spendi, Spandi e Prendi. A dire il vero dopo l’avviso di conclusioni delle indagini del PM di ottobre 2016, non se ne era (quasi) più saputo nulla! Era stato infatti recapitato a quasi tutti i rappresentanti dell’ultima giunta comunale Vallone, al dirigente del settore Lavori pubblici sempre del Comune, ad un funzionario dello stesso settore, ed ai responsabili di quattro cooperative sociali di tipo B, una notifica che, per “fatti” avvenuti fra il 2012 ed appunto il 2016: erano state infatti svolte attività lavorative ed incarichi nell’ambito del verde pubblico che avevano fatto già discutere mezza Italia nell’allora Arena di Giletti versione RAI, ovviamente molto prima che se ne occupassero inquirenti e magistratura. Per intenderci meglio, parliamo di tutta quella quantità di milioni di euro che andavano incredibilmente a sommarsi ai soldi all’Akrea con cottimi fiduciari per le aiuole che andavano frettolosamente messe a posto dopo le ingenti piogge, e che hanno a più riprese incrociato la partita Eni in versione royalties. Ricordare che Giletti ci aveva fatto una trasmissione dopo la fuffa gettonopoli non serve solo per rammentare che il network nazionale ci era arrivato anche grazie alle nostre denunce giornalistiche; servirebbe eccome, invece, perchè oramai anche le ciavole sanno come si sono spesi danari pubblici in questa città; purtroppo solo come le ciavole ce ne dimentichiamo nonostante denunce ed autodenunce erano state fonoregistrate in più sedute del Consiglio Comunale; con la Procura stessa più volte interessata direttamente. Più volte abbiamo pubblicato e ripreso archivi video, immagini, articoli e pure quelle stesse fonoregistrazioni in Consiglio Comunale che, una su tutte, contenevano ammissioni di mercimonio di voto arrivate dal pulpito dell’allora Presidente del Consiglio Comunale e segretario PD Arturo Crugliano Pantisano.

    Servirebbe che all’udienza del 30 settembre prossimo venturo, arrivasse uno stenografo con diretta facebook, anche per comprendere meglio come fu affrontata la vicenda gettonopoli dalla Procura di Crotone e, propedeuticamente, nell’agone politico cittadino chi usò e si fece usare; perchè l’Eni permise di accedere all’utilizzo di quei soldi in sfregio a procedure che erano state concordate in sede ministeriale e quanto, forse, ci sono costate dopo; per comprendere insomma come solo alcuni “fessacchiotti” hanno pensato di portare a casa il proprio risultato personale a scapito della verità: e cioè che l’unico che aveva rotto le uova nel paniere dell’Eni e degli affari generali della politica cittadina era quel Fabrizio Meo che oggi è guarda caso è teste a supporto dell’accusa; e non poteva essere altrimenti.

    E’ importante anche oggi ricordare infatti che la partita Eni (iniziata assieme a Meo da altri coraggiosi attivisti) si è pure composta di altri e più minuziosi match relativi a convenzione con Ionica gas e 6 miliardi di gas devettoriato regalati al colosso a sei zampe con voti in quel Consiglio Comunale e vuoti nel successivo: servirebbe certamente di più,  e non solo per decidere meglio come votare fra meno di 10 giorni. Si perché ancora su questi altri punti la Procura di Crotone sembra essere ancora più in ritardo. E ci riferiamo anche agli imbrogli relativi ai fax e domande truccate in Ministero (vedi bonifica). Così come, in prospettiva, nessuno ha ancora pensato come organizzare la quantificazione e rivendicazione del famigerato danno residuo che la sentenza di Milano indica come strada maestra per qualsivoglia bonifica ambientale e culturale.

    Ricordare e puntualizzare serve anche a comprendere che finchè questa città avrà divisa ed inconcludente “quella parte di gente” che si batte per un nuovo modo di affrontare le questioni e non solo gli affari, allora continueranno a poter venire e vegetare procuratori e rappresentanti dello Stato che sono, nella migliore delle ipotesi, discendenti diretti di Don Abbondio.

    Ricordare, puntualizzare e rintuzzare serve anche a sottolineare che TUTTE QUESTE COSE non hanno nulla a che vedere con i rapporti e le simpatie interpersonali che in questa città, tra l’altro, rispondono a criteri adoperati dalle peripatetiche a fine 800, e non solo in campagna elettorale; anzi soprattutto dopo! In quel dopo dove si consumano incarichi e decisioni che non HANNO MAI VISTO PROTAGONISTI DIVERSI DA QUELLI CHE VANNO IN ONDA DA ALMENO 25 ANNI. In quel dopo che, al di là ed al di qua, delle indagini penali possono e devono venire fuori verità politiche oramai storiche e storicizzate. E proviamo a fare qualche esempio: se in questa città si è voluto e saputo santificare chi ha rinnovato le concessioni di estrazione, fabbricato passeggiate (avvelenate) dell’amore e MAI rivendicato indennizzi e nemmanco studi di subsidenza, ci sarà un motivo oppure no? Se in questa stessa città sono andate in fallimento il 99% delle partecipate mandando a casa lavoratori e confermando gli stessi dirigenti che avevano portato a fallimento le società in “nuove” di zecca, ci sarà prima o poi un giudizio politico? Se, sempre nel medesimo posto che ha avuto Pitagora ed Alcmeone come maestri, si è arrivati a creare una Società Marina SPA che non ha MAI PRODOTTO UN SOLO ATTO E SOLO GETTONI DI ASSENZA con un porto mai nemmeno dragato dai veleni, ci sarà qualcuno che ne ricorderà i nomi e cognomi di questi illuminati Presidenti e componendi del CDA? Se in questo stesso fortunatissimo e virtuosissimo stesso “paese” anche un Commissario Prefettizio è riuscito, tra tante malefatte, a distinguire figli e figliastri nella vicenda impiantistica sportiva “salvaguardando” solo lo stadio ed i suoi gestori, chi sono quei qualcuno che glielo hanno suggerito e permesso di fare con atti amministrativi? Se non si riesce ad avere una posizione unica sulla Bonifica qual è il vero motivo?

    Ecco ricordare, puntualizzare, rintuzzare e, permetteteci, mandare ad un paese diverso e lontano a fare gli amministratori serve, eccome! Almeno, a sentirsi più leggeri, meno complici e soprattutto capaci di riconoscere chi è “bbuono” e chi è stato “malamente”.

    Procolo Guida

    per capire quanto abbiamo sempre “rintuzzato” basta una davvero brevissima sintesi di questi articoli, cliccateci sopra e buona lettura:

    L’Arena: Vallone fa l’avvocato da Giletti ma la difesa non regge!

    Bonifica, il giudice scrisse: fascicolo madido di illeicità (con videointervista)

     

    Tutti contenti per la nuova bonifica proposta da Syndial

    Più informazioni su