La gestione fallimentare dell’ASP di Crotone

Papaleo (UILFPL) attacca la gestione di Francesco Maciari. "Se Cotticelli ha fallito anche lei ha fallito"

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Riceviamo e Pubblichiamo:

Caro Avv. Masciari,
se Cotticelli ha fallito anche lei ha fallito, non penserà di tirarsi fuori dalle responsabilità enorme di essere a capo di una Azienda Sanitaria di una porzione di territorio di quasi 200.000 abitanti e smarcarsi da un disastro di queste dimensioni che ha coinvolto l’intera Calabria? Se lo pensa peccherà di presunzione e continuerà in questa opera di distruzione che ci porterà a svegliarci da un sogno che ci ha ingannato e non ci lascerà nemmeno la speranza di poter essere curati e non solo dal Covid 19.
Al pari del Suo superiore avrebbe dovuto almeno non tacere sull’assenza di un piano per l’emergenza pandemica di questa regione e quindi del suo territorio, lo doveva ai cittadini del crotonese  e lo doveva alla sua coscienza. Abbiamo ascoltato la sua intervista di qualche giorno fa e poteva essere un occasione per dire tutta la verità, invece ha preferito incensare la sua attività degli ultimi due anni dove solo Lei riesce a vederci qualcosa di positivo, i cittadini non si sono accorti di niente.

Che importanza potrà avere la sua opera di restyling del procedimento amministrativo se poi in qualche modo si è reso  complice e attore di un’opera che ci ha condotto alla negazione di un sacro santo diritto, quello di conoscere lo stato di fatto delle cose.
Cosa può importare ad un comune cittadino se ancora oggi si sta occupando dei contenziosi legali, con interventi a nostro avviso molto discutibili, se questo poi lo fa attendere un’ anno per fare una TAC o qualsiasi altro esame; Come può un cittadino fidarsi di Lei se ancora oggi  non si riesce ad eseguire un tampone senza recarsi a Catanzaro costringendoci a discutere di una fantomatica “macchinetta” sulla cui utilità non c’è chiarezza? Perché non ha spiegato se esiste una attività di tracciamento dei possibili contagi e se esiste come viene fatta?

Ed ancora come mai ancora dibatte su possibili assunzioni di medici, infermieri ed oss senza accorgersi che la pandemia è in corso e di sicuro non aspetta i suoi buoni propositi e le sue buone intenzioni, quanti medici ha assunto? Quanti infermieri? Quanti oss?  c’è lo dica anzi, lo dica ai cittadini. Perché non ha detto che ha trovato un pronto soccorso da terzo mondo e lo lascerà probabilmente somigliante  ad un lazzaretto con pazienti posizionati nei corridoi in attesa che il povero medico ed infermiere di turno riesca ad assisterlo, magari avvisati dai parenti che la flebo è finita da un pezzo e va sostituita esponendoli  a rischio, incolpevolmente, perché  nulla possono, perché “uno scoglio non può arginare il mare”. Non crede che invece di affermare che l’assistenza domiciliare integrata, quando funziona, si traduce in sola assistenza infermieristica, non ha pensato di normalizzarla destinandogli qualche medico specialista, tutti sanno quanto può contribuire la medicina territoriale ad affrontare la pandemia riducendo i ricoveri e  gli accessi al pronto soccorso che a suo dire sono 55.000 in un anno. Avremmo tante altre domande da porgli ma siamo stanchi di urlare alla luna, se proprio vuole darci, “anche”,  una soddisfazione, prenda atto del suo fallimento e si metta in coda al Gen. Cotticelli, se non altro è sua espressione.

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