Disastro sul lavoro: il GIP si riserva la sua decisone sulla posizione dei due dirigenti del comune di Crotone

Nell’udienza del 22 dicembre al vaglio la richiesta di archiviazione da parte del Pm per i due funzionari: già rinviati a giudizio invece i vertici della Crotonscavi e il progettista

Il Comune di Crotone non è ancora “fuori” dal processo per la strage sul lavoro del Lungomare: la posizione dei due funzionari comunali inizialmente indagati per la tragica morte dei tre operai della Crotonscavi, infatti, è ancora “sub iudice”, nel senso che il Gip del Tribunale crotonese, dott. Michele Ciociola, alla fine dell’udienza appositamente fissata e tenutasi martedì 22 dicembre 2020, si è riservato la sua decisione in merito alla richiesta di archiviazione del procedimento penale nei loro confronti presentata dalla Procura. Com’è tristemente noto, il 5 aprile del 2018 tre lavoratori, Giuseppe Greco, 51 anni, e Mario De Meco, 56, entrambi di Isola di Capo Rizzuto, e l’appena 35enne di origini rumene Dragos Petru Chiriac, di Crotone, persero tragicamente la vita, travolti dal crollo di un muro del cantiere durante i lavori di ampliamento del lungomare di viale Magna Grecia. Per quell’immane tragedia il Pubblico Ministero, dott. Andrea Corvino, aveva iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme antinfortunistiche, sei persone: tre figure apicali dell’impresa per la quale i tre operai lavoravano e che era incaricata di quell’intervento, Crotonscavi appunto, il progettista e due dirigenti del Comune che quei lavori li aveva appaltati.

Com’è altrettanto noto l’inchiesta ha portato alla luce gravissime violazioni in ordine alla “inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline” alla base dell’incidente. Le indagini hanno accertato che il triplice infortunio mortale è accaduto in quanto, nel corso delle lavorazioni di un nuovo muro di contenimento a valle del preesistente, era stata del tutto trascurata la situazione di fatto costituita dalla presenza di un basamento in cemento la cui rimozione, e successiva asportazione del terreno sottostante (per 70 cm di profondità), senza previa valutazione e senza cautele, aveva compromesso l’equilibrio statico del muro poi collassato, privo di fondazioni: è bastata una minima “causa perturbativa”, quale la vibrazione indotta da un mezzo di cantiere o la presenza di una zona maggiormente scavata al piede, già scalzata per la rimozione del basamento, per causarne il rovinoso ribaltamento. Così, al termine delle indagini preliminari, il Sostituto procuratore ha chiesto e poi ottenuto il processo per Gennaro Cosentino, 58 anni di Crotone, rappresentante legale dell’impresa, appaltatore delle opere, redattore del Piano Operativo di Sicurezza, datore di lavoro di fatto e di diritto e direttore tecnico di Crotonscavi; per il geom. Massimo Villirillo, 57 anni, di Crotone, dirigente e procuratore della società, a cui erano conferiti specifici poteri di vigilanza e organizzazione del lavoro; per il geom. Giuseppe Spina, 45 anni, pure lui di Crotone, capo-cantiere preposto della ditta; per l’architetto residente a Como Sergio Dinale, 58 anni, legale rappresentante dello Studio veneziano “D:RH architetti e associati”, firmatario del Psc (Piano di Sicurezza e Coordinamento), progettista dell’opera e direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (Csp) ed esecuzione (Cse). Al termine della più volte rinviata udienza preliminare del 20 novembre scorso, i quattro imputati sono stati rinviati a giudizio: prima udienza martedì 12 gennaio 2021, in tribunale a Crotone, avanti il giudice Marco Bilotta. Tra i vari familiari delle vittime che si sono costituiti parte civile c’è anche l’anziana mamma di Dragos Petru Chiriac, che è assistita da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.

Il magistrato ha invece stralciato la posizione di G. D. M., 68 anni, e di G. G., 49 anni, entrambi di Crotone, dirigenti rispettivamente del settore comunale della Manutenzione e Sicurezza e Prevenzione nei luoghi di Lavoro e del settore Lavori Pubblici, chiedendo l’archiviazione del fascicolo nei loro riguardi. Il Gip, tuttavia, letta la richiesta e ritenuto che “non sia accoglibile de plano”, per citare le parole usate nel suo stesso decreto, considerato anche il fatto che il Comune di Crotone, come detto, era appaltatore dei lavori e deteneva comunque degli obblighi di controllo, ha fissato, appunto, per il 22 dicembre l’udienza nella quale ha ascoltato le ragioni del Pubblico Ministero e dei legali degli indagati, riservandosi alla fine la decisione se archiviare definitivamente il procedimento o se procedere con l’imputazione coatta.