Non si deve sparare a zero

Linda Monte scrive in merito all'articolo di alcuni giorni fa apparso sul Corriere della Calabria, relativo all'ing. Ottavio Rizzuto; "non è la prima volta che certa stampa celebra processi, emette sentenze al posto delle aule di giustizia".

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Riceviamo e Pubblichiamo:

La lettura di un articolo apparso il 31 dicembre su Il Corriere della Calabria, firmato da il signor Pablo Petrasso, mi ha sconcertato e confuso. La persona di cui scrive, ing. Ottavio Rizzuto, è all’attenzione della magistratura per presunte alleanze con le cosche di ndrangheta locale. Per tale motivo ha subìto la carcerazione, l’onta, l’infamia di mafioso. Lo scritto del sig. Petrasso, suona come una definitiva condanna per fatti mafiosi, senza appello. Sono riportati stralci di racconti resi alla magistratura, finiti non so quanto misteriosamente alla sua penna. Egli però costruisce il tutto come una piena confessione di colpa da parte dell’imputato, ing. Ottavio Rizzuto. Non si preoccupa, come farebbe un buon giornalista, di approfondire e saper leggere il racconto che il soggetto in questione rende nella massima trasparenza e con il linguaggio che gli è proprio, al magistrato e che lui, l’autore dell’articolo si premura con le sue omissioni di emettere la condanna, magari con ergastolo. Mi preme brevemente esprimere tutta la stima verso l’ingegnere Rizzuto, persona di assoluta onestà e dotato di grande visione progettuale nel nostro territorio e nei ruoli ricoperti ovunque, banca compresa. La conoscenza delle dinamiche criminali e di come la illustra non è certo segno di contiguità con esse. L’ansia giustizialista su comando del signor Petrasso rischia di arrecare danno solo ad un innocente e favorire altresì oscuri interessi criminali. D’altra parte non è la prima volta che certa stampa celebra processi, emette sentenze al posto delle aule di giustizia… Poi per fortuna, purtroppo lungo il tempo, la verità viene a galla, niente tuttavia potrà restituire il tempo di vita trascorso in solitudine ed amarezza per accuse infondate.

Linda Monte

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